Le associazioni culturali Insieme ed Eventi sul Frigido sostengono l’ambizioso progetto di una coppia di concittadini, Ennio Fialdini ed Elena Fruzzetti, volto a realizzare pannelli informativi lungo il sentiero e in prossimità delle antiche case in pietra (muri a secco), che si incontrano lungo il percorso.
Pian dei Santi è un piccolo insediamento di origine silvo-pastorale, utilizzato da chi lavorava nelle cave apuane e nelle miniere circostanti.
Gode di una bella posizione geografica che domina la valle del Frigido ed è raggiungibile salendo dal sentiero che si snoda da Casania verso le miniere e la cava dell’onice oppure da Forno, partendo dal ponte dell’Indugio verso la zona della Rossola oppure dai sentieri che fiancheggiano il versante dietro la ex filanda di Forno.
Come tante altre zone caratteristiche di queste aspre vallate, queste casupole erano abitate nei mesi estivi da famiglie del paese che lavoravano i terrazzamenti per ricavarci ortaggi, frutta, vino e olio, allevando animali a scopo alimentare e per produrre concime.
Insomma, la tradizionale economia di sostentamento che si è protratta nei paesi apuani fino agli anni Sessanta/Settanta circa per essere poi abbandonata.
Ma qualcosa ancora resiste, grazie ad alcuni appassionati che ancora riescono a coltivare “le piane”, fare manutenzione di quei luoghi e promuovendo una importantissima opera di prevenzione del territorio.
Tra questi, sicuramente Ennio ed Elena, che, oltre a recuperare una struttura, hanno pensato di scrivere la storia di chi ha abitato quel piccolo agglomerato, vicende di vita quotidiana appese qua e là, da leggere tra i sassi, i castagni e mura che ancora resistono.
Cos’è che ha spinto Fialdini a inventare questo progetto?
“Questa idea è nata nel 2006 e la realizzai nel 2008. Nel tempo il materiale utilizzato si è deteriorato e vorrei rifare nuovi cartelli che raccontano la storia di Pian dei Santi, e questa volta son certo sarà migliore. Faremo nuovi, tutti quei pannelli informativi che erano appesi alle case e che in questi anni si sono deteriorati. Intanto partiamo con una profonda pulizia del sentiero. Poi rinfrescherò le scritte di toponimi, altitudini e tempi di percorrenza lungo il percorso partendo dalle scale del ponte dell’Indugio”.
Abbiamo visto foto di poesie appese.
“Sì, nei sentieri che attraversano il bosco avevo già inserito alcune poesie scritte da gente del paese. Ne abbiamo recuperate altre e implementeremo il numero dei pannelli. Interessante sarà l’esposizione di pannelli che riprendono poesie e riflessioni scritte da alunni della scuola di Forno negli anni Settanta/Ottanta sul tema dell’ambiente e della natura circostante”.
Avete una tempistica?
“Sarà un lavoro duro e impegnativo e tenendo conto del poco tempo che abbiamo, per svariati motivi, penso che ci vorrà tutto il 2022. Sono convinto però che quando avrò finito sarà il primo e unico sentiero “raccontato” da chi quei luoghi li ha vissuti e rispettati lasciando a noi, e di conseguenza noi alle nuove generazioni, il compito di preservarli e tutelarne la memoria. Un ringraziamento alle associazioni che credono in questo progetto e mi sostengono”.
“Sono fiero di poter contribuire a questo progetto – commenta Daniele Tarantino -. E’ bello conoscere persone che come Ennio Fialdini coltivano passioni verso un territorio che rischia l’abbandono. Vivere e far vivere la montagna significa fare opera di prevenzione”.

