Franco Forte è nato a Milano nel 1962.
Direttore delle collane Giallo Mondadori, Segretissimo e Urania, per Mondadori ha pubblicato, tra gli altri, Carthago, Roma in fiamme, Cesare l’Immortale, La bambina e il nazista e la serie dei 7 re di Roma, avviata con il fortunato Romolo – Il primo re.
A che età ha cominciato a scrivere per passione? E per lavoro?
La risposta a entrambe le domande è: da sempre. Perché non ho mai smesso di scrivere per passione, anche quando lavoro.
So che lei ha studiato ingegneria. Come mai un ingegnere è finito per diventare scrittore, giornalista, sceneggiatore e direttore di tre collane della Mondadori?
Sono scelte di vita. Dopo avere lavorato per sei mesi come ingegnere ho capito che non era quello che volevo, così mi sono licenziato dalla multinazionale americana per cui lavoravo e mi sono messo a fare il giornalista freelance e lo scrittore a tempo perso, oltre a fare il consulente editoriale per diverse case editrici e il traduttore. Poi pian piano mi sono costruito una carriera, prima come giornalista professionista, poi come scrittore e sceneggiatore, infine – ma sempre in parallelo – come curatore editoriale. E oggi sono più che felice della scelta fatta!
Come è iniziata questa sua carriera? Qual è stato il primo incarico che ha ottenuto?
Dipende di quale carriera parliamo. Come giornalista ho iniziato lavorando per il quotidiano “Il Giorno”, poi sono passato ai periodici, diventando con il tempo vicedirettore del mensile d’informatica PC World Italia e poi direttore del mensile Fiction TV, fino ad approdare oggi alle collane Mondadori storiche, come Il Giallo Mondadori, Urania e Segretissimo. Come scrittore ho iniziato pubblicando parecchi racconti in modo professionale fin dai 18 anni, ma il vero salto è avvenuto nel 1990, quando ho pubblicato il mio primo romanzo, “Gli eretici di Zlatos”, per l’Editrice Nord. Da allora non ho mai smesso, sfornando oltre 30 libri, la maggior parte per Mondadori. Infine, come sceneggiatore, ho iniziato collaborando a fiction, sceneggiati e documentari per la RAI e Mediaset, fino ad approdare ad alcune delle serie TV più seguite come “Distretto di Polizia” e “RIS – Delitti imperfetti”.
Quali erano i suoi sogni da bambino/adolescente? Li ha poi realizzati?
Avevo soprattutto due grandi sogni: fare lo scrittore (e questo si è realizzato, per mia fortuna), e fare il disegnatore. Nel secondo caso ho avuto persino un esordio, illustrando la copertina di una rivista all’età di 17 anni, quindi ancora prima che mi pubblicassero un racconto, ma poi… mi sono reso conto che il mio talento non era sufficiente a portarmi verso una carriera nel campo dell’illustrazione, così ho lasciato perdere. Però un grande sogno realizzato su due non è male.
Da che età ha cominciato a leggere assiduamente? Qual era il suo libro preferito?
Ho cominciato prestissimo, con i fumetti, che divoravo già dall’asilo, quando potevo solo immaginare cosa succedesse dalle illustrazioni. Poi ho cominciato a leggere sul serio, approfittando di una casa che era piena zeppa di libri, grazie soprattutto a mio padre, che divorava i Gialli Mondadori oppure Urania (di cui parecchi anni dopo, per un benevolo destino, sono arrivato a essere direttore). Ricordo però con esattezza il mio primo “vero” libro letto con grande meraviglia: “Il vento sull’erba nuova” di Klara Jarunkova. Da allora non ho più smesso.
Se potesse tornare indietro nel tempo e parlare con il sé stesso di anni fa, prima che la sua immensa carriera cominciasse, cosa si direbbe?
Credi nei tuoi sogni e vai avanti a testa bassa. Prima o poi ce la farai…
Se potesse scegliere un’epoca storica in cui vivere, quale sarebbe?
Tutto sommato, a parte questi ultimi anni, la mia epoca, quella che ho attraversato nei miei 60 anni di vita, non è stata affatto male. Ho sfiorato il ‘68 e vissuto nel periodo degli anni di piombo, ma mi sono goduto gli anni 70, 80 e 90, che non sono stati niente male…
Le va di parlarci del suo ultimo romanzo, L’Uranio di Mussolini?
Nasce tutto da una suggestione: cosa sarebbe successo se Enrico Fermi avesse dato a Mussolini la bomba atomica? Non è fantasia, è qualcosa a cui siamo andati molto vicino. Questo non è avvenuto “grazie” a un omicidio avvenuto a Ragusa nel 1934, e il romanzo è un giallo che cerca di ricostruire questo assassinio e tutto ciò che gli stava intorno.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Sempre più di quelli che in realtà riesco a concludere! Quello a cui tengo di più, però, è il nuovo romanzo che sto scrivendo, e che vedrà la luce nel 2023, ovvero la monumentale biografia romanzata di Carlo Magno, un personaggio unico nella storia dell’umanità.
Un libro che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita?
L’Odissea.
Lei si reputa una persona felice?
Direi proprio di sì. Ho una bellissima famiglia e faccio il lavoro che ho sempre sognato. Non sono né ricco né famoso, ma chi se ne frega? Misuro la felicità secondo altri parametri…
Direbbe due parole di incoraggiamento per tutti coloro che cercano di farsi spazio nel mondo, perseguendo i propri sogni e interessi, senza accontentarsi di ciò che capita loro davanti?
Per loro valgono le stesse parole che avrei detto a me stesso se avessi potuto farlo quando ero ancora adolescente, e che ho riportato più sopra: credete nei vostri sogni e perseguiteli a testa bassa. Prima o poi ce la farete…

