Angelo Pittro, tra le tante attività professionali che svolge, è direttore commerciale e di marketing per la EDT (casa editrice che nasce nel 1976, inizialmente specializzata in musica ed è oggi impegnata in più aree editoriali distinte), e direttore della Lonely Planet in Italia (casa editrice australiana di guide turistiche di tutto il mondo, famosissima anche in Italia).
Ci puó parlare dei suoi studi, della sua carriera passata, prima del 2000 (in cui ha cominciato, cioè, a lavorare nella EDT)?
Ho in tasca una laurea in Scienza della Comunicazione e un percorso professionale legato al commercio internazionale. Ho fatto l’export manager per Europa, Asia e Medio Oriente, esperienza indimenticabile ma oramai davvero distante nel tempo.
In cosa consiste il suo ruolo come direttore di marketing e commerciale di Lonely Planet?
Svolgo l’attività di direttore commerciale e marketing per la casa editrice EDT, che rappresenta in Italia la Lonely Planet dal 1992, ma ha un suo catalogo legato alla musica, al food, alla narrativa di viaggio e, con la sigla Giralangolo, è protagonista nell’editoria per ragazzi. Ma il ruolo che mi impegna di più è quello di direttore Lonely Planet per l’Italia. Inoltre, da sette anni, curo la direzione dell’UlisseFest, la nostra festa del viaggio che quest’anno si svolgerà a Pesaro, dal 15 al 17 luglio.
Potrebbe parlarci del racconto di viaggio in diretta?
Ho collaborato con Radio Capital per circa 10 anni, visitando oltre 35 destinazioni in tutto il mondo e raccontando la nostra esperienza in diretta radiofonica. È stata un’occasione unica per dialogare direttamente con il vasto pubblico di ascoltatori di una grande emittente nazionale e, grazie alla professionalità e alla simpatia di una speaker straordinaria come Doris Zaccone, ho avuto modo di imparare i rudimenti di una professione che resta fondamentale se si ha la passione per il mondo della comunicazione. Certamente molto più appassionante e formativa del troppo tempo che tutti trascorriamo sui social media.
Com’è nata l’idea di fondare una casa editrice specializzata in musica? Come si sono poi inglobate le altre aree editoriali?
Come accade sempre, l’idea di pubblicare un certo tipo di libri deriva sempre da una grande passione. EDT nasce nel 1976 per intuizione di Enzo Peruccio, fondatore della casa editrice e editore della prima Storia della Musica (in 12 volumi) pubblicata in Italia. All’inizio degli anni 90 Enzo ha avuto l’intuizione di tradurre in italiano quelle che allora erano note come le guide più amate dai viaggiatori indipendenti. A queste due aree editoriali distinte, si è poi aggiunta, a metà degli anni 2000, la nuova sigla di libri per ragazzi “Giralangolo”, che è oggi l’ambito di maggior successo di EDT, al di là delle guide turistiche, dove siamo anche gli editori del marchio Marco Polo.
Da quanto lavora in Lonely Planet?
Sono entrato in casa editrice 22 anni fa e fin da subito ho avuto il compito di allargare l’ambito di attività dai libri al mondo digitale che, all’inizio, era sostanzialmente il sito internet. Poi sono arrivati i social media, gli eventi, le collaborazioni radiofoniche e infine il festival, una creatura a cui sono estremamente legato.
Quali consigli darebbe per rendere l’ambiente lavorativo più collaborativo e pacifico nelle situazioni di forte stress? È importante secondo lei che ci sia un buon rapporto tra i colleghi?
È fondamentale avere buoni rapporti, non solo tra colleghi ma sappiamo anche che il confronto può anche essere molto vivace, specie tra persone che svolgono un’attività creativa. Quando lo stress supera il livello di guardia, il nostro editore ama ricordarci che non siamo chirurghi che operano a cuore aperto e hanno nelle loro mani la vita delle persone. Insomma, facciamo uno dei mestieri più belli in assoluto, vale la pena di ricordarlo, dove il rapporto tra le persone è il vero patrimonio strategico della casa editrice.
Come descriverebbe l’ambiente lavorativo della EDT?
Rilassato, informale, con un forte legame tra ciascuno di noi e l’azienda. Abbiamo avuto modo di verificarlo nei mesi di lockdown quando ciascuno dei dipendenti ha chiesto di potersi portare a casa il computer che aveva in ufficio per continuare a lavorare, anche da casa, anche in quei giorni terribili dove era difficile capire quale futuro ci aspettava. Molti di noi, già prima della pandemia, lavoravano a distanza ma oggi quasi tutti i ruoli della casa editrice hanno adottato questa competenza. Lo ritengo un grande salto in avanti, verso una forma più moderna di rapporto tra azienda e dipendenti.
Come chiederò anche al suo collega Piero Pasini:
Immagino che lei abbia viaggiato molto nella sua vita. Qual è stato il viaggio più bello e più lo ha arricchito della sua vita?
Impossibile dirlo. Penso spesso, con nostalgia, ai viaggi che ho fatto in passato e che per qualche ragione non possiamo più fare, oggi: la Siria e la magnifica Aleppo, l’Etiopia, il Mali, la Libia…
Se potesse stilare una top 5 dei suoi luoghi preferiti e che consiglierebbe vivamente di visitare, quali sarebbero?
Consiglierei di cercare di visitare almeno un paese per ciascun continente. È il modo migliore per constatare l’incredibile varietà del mondo in cui viviamo e, allo stesso tempo, l’enorme bagaglio di valori comuni che gli umani hanno in comune. Insomma, la vera ragione per cui si viaggia.

