Il disegno di legge concorrenza (DDL concorrenza), portato presentato in Senato il 3 dicembre scorso, ha accumulato ritardi per visioni diverse delle varie forze parlamentari. Tra le altre, quelle relative alle gare per le concessioni balneari.
Ma ormai il ddl va approvato al Senato entro la fine di maggio e alla Camera prima della pausa estiva. Entro il 31 dicembre vanno approvati anche tutti i decreti delegati.
Rimanendo alle spiagge, il governo non vuole rinviare le gare oltre il termine del primo gennaio 2024, come indicato nell’emendamento approvato a febbraio dal Cdm. Alcune forze politiche mirano ad andare oltre il 2024.
In ogni caso, il nodo va affrontato in tempi ormai strettissimi, tenuto conto che il 31 dicembre 2023 è il termine di validità delle attuali concessioni, in linea con la sentenza del Consiglio di Stato. Resta l’ipotesi di deroghe tecniche fino al termine del 2024 nel caso in cui i Comuni siano oggettivamente impossibilitati a ultimare in tempo utile le gare. Ovvero, si interverrebbe per via amministrativa a tutela salvaguardare dei concessionari uscenti da eventuali provvedimenti della magistratura sull’abusività oltre il termine del 2023 stabilito dal Consiglio di Stato.
Cosimo Ferri, candidato sindaco di Carrara e parlamentare, interviene nel merito: “Lavorerò in Parlamento per un accordo che consenta di tutelare i diritti di chi lavora da anni nel settore”.
Ed aggiunge: “Il ruolo del prossimo sindaco di Carrara sarà importante perché, nel rispetto del decreto legislativo che verrà emanato dal Governo, dovrà predisporre i bandi. Il legislatore nei requisiti per accedere ai bandi e nel riconoscere gli indennizzi per chi non si vedrà rinnovata la concessione, deve tenere conto degli investimenti e del valore aziendale”.
Secondo Ferri, l’accordo in costruzione in queste ore deve vertere su basi più realistici con indennizzi che tengano conto dell’attività d’impresa, del fatturato conseguito dal concessionario negli ultimi 5 anni (ad esclusione anno 2020), di investimenti in lavoro e strutture, del valore commerciale dei beni, ma anche della professionalità acquisita e valorizzazione di progetti nelle politiche sociali, ambientali e di sicurezza del lavoro.
“Occorre trovare soluzione per le imprese balneari: c’è spazio giuridico e politico per farlo” ha concluso.