Rumori insopportabili, inquinamento da polveri sottili, assenza di rete fognaria, degrado.
E’ il quadro che si può dipingere dell’abitato in via Massa Avenza, in prossimità del cosiddetto “palazzo della ruggine” .
A farsi portavoce delle problematiche del luogo è Gino Cristiani, presidente del comitato di riqualificazione del territorio Massa Avenza e aree limitrofe.
“Da troppo tempo la gente vive in condizioni disagevoli – osserva -. Partiamo dal parcheggio in prossimità del distributore Tamoil: un ammasso di rifiuti e rovi, e mezzi abbandonati da anni che si prestano come dormitorio di fortuna per i senzatetto. Oltretutto mancano anche diversi punti luce e la zona è insicura.
Le abitazioni di fronte (circa 30 famiglie) non hanno allaccio alla rete fognaria e utilizzano i pozzi neri. La rete fognaria è a pochi metri, aldilà di via Massa Avenza, ma non serve l’abitato”.
Traffico intenso e velocità impressionate:
“La strada è molto pericolosa – aggiunge Cristiani – per l’eccessiva velocità. Avevamo interessato il presidente della provincia, Lorenzetti, per attivare un impianto autovelox per combattere gli eccessi di velocità e ci auguriamo che presto possano essere installate. Ma il degrado è palese: il manto stradale è dissestato, i passaggi pedonali, utili anche per raggiungere la farmacia, sono letteralmente spariti sotto i cespugli”.
Il degrado prosegue anche in via Bozzone:
“Da quattro anni almeno qui non si vede nessuno – incalza Cristiani -. Ci sono famiglie che non ce la fanno più a sopportare questa situazione. L’autostrada passa a poche decine di metri dalle abitazioni e il rumore è insopportabile. Abbiamo fatto presente il problema alla Salt e al Comune di Massa ma, dall’ultimo contatto, pare che le barriere fonoassorbenti, in questo tratto, ancora non siano previste: che si aspetta? Questa è un’emergenza. Al problema dei rumori si aggiunge poi quello delle polveri sottili, rendendo invivibile la zona. E’ anche una questione di salute”.
E non è finita: in queste aree si notano sacchi di sabbia pronti per ostacolare il deflusso delle acque di superficie:
“Esiste un’idrovora, installata appositamente per entrare in funzione in caso di allagamento – prosegue Cristiani – ma il motore è bruciato da tempo e così, in caso di abbondanti piogge, i corsi d’acqua s’ingrossano e l’acqua non defluisce: strade, terreni e case vanno al lago”.
Affiancano e sostengono la segnalazione del comitato di riqualificazione , Giovanna Santi del Partito Democratico e Daniele Tarantino, presidente provinciale di Confimpresa, presenti al sopralluogo.