Allenatori Massesi nella storia: Dal tecnico della nazionale Evani ai mitici Targioni, Bacchilega e Ricci a Andreazzoli, Orrico e Baldini.
Con questo articolo iniziamo una serie di servizi sugli allenatori di calcio massesi.
Massa è stata zona che ha prodotto tantissimi calciatori (anche se negli ultimi anni, a causa della mancanza di cura e attenzione agli impianti e alle scuole calcio, non sono più cresciuti grandi calciatori) e di conseguenza, in successione, anche moltissimi allenatori che hanno conquistato l’Italia.
Gli allenatori invece, che non hanno bisogno né di squadre locali né di impianti, continuano a crescere come numero e qualità: alcuni hanno raggiunto la massima serie ed uno addirittura la punta più alta, la panchina della Nazionale azzurra.
Si tratta di Alberigo Evani che gestisce la nazionale A in collaborazione con Mancini. E nei momenti in cui il virus ha colpito il tecnico titolare, il nostro “ Chicco” è rimasto da solo in panchina contro Bosnia, Polonia per la Nations League e nella gara amichevole con l’Estonia.
In questo servizio parleremo della storia degli allenatori di Massa, tutti quelli che hanno diretto nei professionisti dalla serie C alla A. Vediamoli uno ad uno. Naturalmente partendo da Evani.
1)Evani Alberigo. Nato a Massa nel 1963 e dopo gli inizi con i giovanissimi della Massese è andato al Milan di Sacchi dove ha giocato e vinto in tutte le categorie. Ormai di lui si sa tutto, che ha vinto scudetti, Champions, Supercoppa, due Coppe Intercontinentali ed è stato decisivo segnando su punizione nella prima contro l’Atletico Internacional di Medellin, ha partecipato ai mondiali del 1994 negli stati uniti perdendo la finalissima contro il Brasile ma soltanto dopo i calci di rigore. Lui realizzò molto bene il suo, sbagliarono Baggio e Baresi, quelli che sembravano i più sicuri. E’ ancora alla direzione tecnica della nazionale con Mancini e di lui ormai tutti sanno tutto.
2)Aurelio Andreazzoli. Classe 53’ nato a Massa ha giocato nelle categorie dilettanti compresa la Massese. Poi da allenatore ha diretto in tutte le categorie dalla Prima alla serie A. Buone le due stagioni che ha allenato la Massese in C1, 94 e 95 anche se nella seconda, la squadra viene esonerata al termine del girone di andata quando si trova a metà classifica ( il subentrato Cerantola in tutto il ritorno non riesce a vincere una sola partita) per essere richiamata con urgenza al termine per disputare solo i playout con in Brescello. In una settimana di tempo riesce quasi a compiere il miracolo della salvezza quando in vantaggio per 1-0 a Brescello la squadra subisce due reti inspiegabili negli ultimi minuti e retrocede. E torna ad allenare le giovanili della Fiorentina. Per il resto è storia recente e conosciuta. Per anni alla Roma compie un miracolo trasformando la squadra dopo Zeman e sfiora la Coppa Italia nella finalissima con la Lazio. Poi le splendide stagioni di Empoli e l’avventura al Genoa dove diventa impossibile continuare con Preziosi. Nell’ultima estate è stato ad un soffio di affiancare Pirlo alla Juve, ma il suo valore è stato riconosciuto subito dall’Empoli che lo ha rivoluto per l’ultimo campionato di sere A, quello appena concluso. Un campionato da favola. Una salvezza ottenuta con tre giornate di anticipo e questo per una cittadina di 50 mila abitanti vale lo scudetto vinto dal Milan. Enormi le soddisfazioni ottenute in questo campionato come le vittorie a Torino con la Juve, le due vittorie in casa e a Napoli con la squadra di Spalletti ( queste due sconfitte al Napoli sono costate lo scudetto), quella con la Fiorentina , le trasferte di Sassuolo e Cagliari ed altri risultati importanti. Ma quello che è stato più importante la valorizzazione di tutti i giovani dell’Empoli ed il gran gioco svolto dalla squadra, riconosciuto da tutti. E’ stato il miglior tecnico italiano considerando che allenava l’Empoli.
3) Corrado Orrico. Classe 1940, nato a Massa e l’inizio nelle giovanili dello Spezia. A 19 anni alla Massese, promette bene, è un regista completo ma nel derby a Massa con la Carrarese del 1960 mentre segna la terza rete si scontra con il portiere Cacciatori e si frattura la tibia. Un infortunio molto grave in quegli anni, che gli chiuderà in pratica la carriera di calciatore ma gli aprirà quella di allenatore. Comincia con la Sarzanese in D e poi la scalata dalla Carrarese fino alla serie A con Udinese, Brescia e culmina nel 1991/92 con l’Inter di Pellegrini. Prima e dopo per oltre un trentennio su altre panchine dalla C alla D. Attualmente é commentatore e opinionista alle tv nazionali, come la Domenica Sportiva, e altre.