Sos dal villaggio Mboul Souka, in Senegal: manca l’acqua e per raggiungere l’approvvigionamento più vicino bisogna percorrere almeno due-tre chilometri con muli o cavalli.
Mboul Souka è il villaggio di Semu Diouf, il senegalese che 15 anni fa lasciò la sua terra per approdare nella nostra città, senza mai dimenticare le condizioni in cui vive la gente di quel villaggio.
“Sono nato a Dakar da genitori provenienti dal villaggio Mboul Souka – ha raccontato Semu – . Fino a 8 anni sono vissuto a Dakar poi sono stato trasferito nel villaggio. Un trauma perchè uscivo da una città dove non mancava nulla e mi sono ritrovato a vivere in un luogo dove mancavano la luce e l’acqua. Ma i miei mi dissero che per crescere dovevo imparare.
A 14 anni andai a vivere in un altro villaggio. Ricordo che quando ci si lavava, sulla pelle restava una sostanza bianca: era sale. A 16 anni partii per l’estero. La vita laggiù non offriva nulla di buono ed era comune pensare che, chi voleva trovare un buon lavoro e realizzarsi, doveva migrare, andare all’estero.
Le famiglie scommettevano sui figli, per un futuro migliore. Io sono stato fortunato, avendo uno zio in Francia. Poi il destino mi ha portato a Massa, dove mi sono ben integrato, trovando lavoro. All’inizio mi era preso un po’ di sconforto: l’Italia era un miraggio, una meta molto agognata anche per quello che proponevano le tv. Ma quando sono arrivato, come dire, tutto qui? Non l’ho trovata diversa da Dakar.
Pensavo di aver commesso un errore ma poi mi convinsi a restare, a rimboccarmi le maniche e a lavorare. Pensavo però al mio villaggio e così decisi di fare qualcosa per la mia gente, ovvero dotare quel luogo di un dissalatore per poter usare l’acqua. E così ho cominciato una battaglia”.
Una petizione era partita qualche anno fa ma con scarsa partecipazione: i fondi raccolti si sono fermati a 1500 euro.
“Adesso le cose si sono complicate – afferma Semu -. La perforazione che fino a poco tempo fa garantiva un seppur minimo approvvigionamento, ha problemi di falda e la gente è costretta a fare 3 chilometri per poter accedere a una perforazione nuova. Il sottosuolo dell’Africa è ricco di acqua ma questa ricchezza deve essere sostenuta dalle tecnologie. In questo momento, serve realizzare una tubatura di 2 chilometri per poter trasportare l’acqua al villaggio. E questa è la prima operazione che faremo. La spesa è di 7mila euro”.
Emozionante il collegamento in diretta con Mboul Souka. Dall’altra parte, il capo villaggio ha rinnovato l’appello:
“Stiamo soffrendo, stanno morendo i bambini per mancanza di acqua. Muoiono anche gli animali. Abbiamo parlato con il sindaco e per affrontare l’emergenza è necessario realizzare questi 2 km di condotta”.
Il progetto, però, è molto più ampio e , come ha spiegato l’ingegner Massimiliano Biselli, che lo ha preso a cuore, c’è la possibilità di applicare una tecnologia fruibile, rendendo quel popolo autonomo.
Il costo totale dell’intervento è di 172 mila euro, compresi i pannelli solari per l’energia, ma è un progetto che consente di agire per fasi.
A sostegno dell’iniziativa si è schierata la società Only solar group Srls, giovani che hanno allargato il progetto su scala mondiale attivando una campagna Crowdfunding.
Il sogno di Semu è quello di poter realizzare il progetto per il suo villaggio, invitando i suoi conterranei a non lasciare la loro terra ma a impegnarsi per migliorala, trovare risorse utili a garantire un progressivo sviluppo:
“Se il mio sogno dovesse avverarsi, e ci credo, tornerò a vivere nel mio villaggio in Senegal, portando un sostegno alla mia gente”.
L’incontro si è svolto nella sala della Resistenza del Palazzo Ducale di Massa, coordinato da Galeano Fruzzetti.
Ha portato il saluto della Provincia la vice presidente Elisabetta Sordi. Hanno preso parola anche Fabio Evangelisti e il professor Elia Pegollo.
Ora si spera nella solidarietà della gente sulle coordinate bancarie IT15S01802800000016820078 conto impresa social semplice filiale di Firenze