Si chiama così la rassegna dedicata al regista giapponese Hayao Miyazaki: “un mondo di sogni animati”. Si tratta di un’occasione unica, imperdibile, un biglietto d’ingresso per entrare in un mondo di principesse, demoni (buoni e malvagi), animali o elementi antropomorfi, castelli erranti e maiali che pilotano aeroplani. Un’esperienza cinematografica totale: infatti fino al 17 agosto è possibile rivedere in sala i capolavori dello studio Ghibli, storico studio cinematografico di film d’animazione giapponese, in favore di tutti coloro che hanno perso l’occasione di ammirare questi film straordinari nel loro habitat naturale: il cinema.

Iniziò tutto nel 1985, anno di costituzione della Ghibli ad opera dei quattro fondatori principali fra i quali un giovane Miyazaki. Il regista vantava all’epoca già un curriculum di tutto rispetto: aveva già diretto Lupin III – Il Castello di Cagliostro (1979) e Nausicaa della Valle del Vento (1984), entrambi per la Tokyo Movie Shinsha. Il fallimento della casa di produzione per la quale lavorava spinse però Miyazaki ad investire le proprie risorse e le proprie doti altrove. Il primo film firmato dal regista giapponese per il neonato Studio Ghibli fu Il mio vicino Totoro (1988), destinato ad imporsi nella cultura di massa proprio per il simpatico protagonista del film, un essere soprannaturale dal volto bonario e dal bizzarro comportamento che ben presto divenne (insieme all’immancabile ombrellino) la mascotte di riferimento della stessa casa di produzione. Seppur definito eccessivamente lento da alcuni critici, il lungometraggio di Miyazaki ottenne grandissima accoglienza sia da pubblico che dalla critica specializzata. Il grande critico cinematografico Roger Ebert lo definì “un po’ triste, un po’ pauroso, un po’ sorprendente e un po’ informativo, proprio come la vita stessa. Dipende da una situazione invece che da una trama, e suggerisce che la magia della vita e le risorse dell’immaginazione procurano tutte le avventure di cui hai bisogno”. Anche in Italia Il mio vicino Totoro venne recepito come un’autentica rivoluzione, tanto che l’inflessibile Paolo Mereghetti scrisse che fosse in grado di toccare “vertici insuperati nella storia dell’animazione”.

Dal 1989 al 1997 Miyazaki diresse una meraviglia dietro l’altra: da Kiki – Consegne a domicilio (1989) a Porco Rosso (1992) fino a Principessa Mononoke (1997); già da questi film è possibile rintracciare alcune tematiche ricorrenti nell’universo filmico di Miyazaki: l’infanzia (spesso, escluso Porco Rosso, i protagonisti dei suoi film sono bambini o adolescenti), l’eterna lotta fra bene e male, l’ambivalente rapporto con l’Occidente e con il progresso, spesso fautore di male e corruzione come in Principessa Mononoke dove appare evidente anche l’aspirazione ad una società pacifista e rispettosa dell’ambiente e della Natura, spesso vero e proprio personaggio mai secondario delle sue pellicole.

il coronamento della carriera di Miyazaki avvenne però con un film del 2001, capace di far raggiungere allo Studio Ghibli i più elevati vertici di produzione di tutta la sua storia. Si tratta di La città incantata (2001), vincitore del premio Oscar come miglior film d’animazione nel 2003 e dell’Orso d’Oro alla 52esima edizione del prestigioso Festival di Berlino (caso unico per tutta la storia degli anime). Salutato come un fulmine a ciel sereno tanto dalla critica nazionale come da quella internazionale, persino un genio come Steven Spielberg, regista di E.T.- L’Extraterrestre (1982), Jurassic Park (1993) e Schindler’s List (1993), parlò dell’opera di Miyazaki come di “uno dei più grandi film d’animazione mai realizzati e potrebbe essere meglio persino di qualsiasi film Disney che abbia mai visto. Mi ha influenzato profondamente.” La storia di Chihiro, capitata in una città fantasma governata da una strega malvagia con al seguito creature magiche e fantastiche, ha appassionato grandi e piccini, facendoci capire nel modo più schietto e complesso possibile che i film d’animazione sono una cosa molto seria.

Dopo La città incantata è la volta di un altro grande successo intitolato Il castello errante di Howl (2004), mentre fra gli ultimi progetti (ma non per questo meno belli o importanti) si annoverano Ponyo sulla scogliera (2008) e l’autobiografico Si alza il Vento (2013). Più volte Miyazaki ha minacciato di ritirarsi e di andare in pensione (il maestro ha spento ormai 81 candeline), subito smentito dall’annuncio di un suo imminente ritorno nelle sale dello Studio Ghibli tanto che ad oggi si vocifera si stia dedicando ad un nuovo progetto. La rassegna cinematografica dedicatagli ci ricorda che, anche se quel giorno dovesse arrivare, la sua immortalità sarà garantita dalle sue straordinarie opere e questo perché ci sono due tipologie di registi: quelli dalle filmografie sterminate che realizzano in 40 anni di carriera 4 o 5 capolavori e poi quelli che nello stesso giro di anni realizzano in tutto 7 o 10 film ma tutti inequivocabilmente capaci di riscrivere la storia del cinema. Miyazaki fa sicuramente parte della seconda tipologia.
Di seguito l’elenco e le date dei film programmati per la rassegna:
- Dal 01 al 06 luglio La città incantata (2001)
- Dal 14 al 20 luglio Principessa Mononoke (1997)
- Dal 25 al 31 luglio Nausicaa della Valle del Vento (1984)
- Dal 01 al 07 agosto Porco Rosso (1992)
- Dall’11 al 17 agosto Il castello errante di Howl (20014)
Consiglio caldamente di rivedere o, perché no, vedere per la prima volta al cinema queste pellicole, perché non è mai troppo tardi o troppo presto per immergersi nel “mondo di sogni animati” di Hayao Miyazaki
