Tantissima gente in Piazza Calamandrei ha seguito la serata condotta da Filippo Grassia e trascinata dai ricordi della moglie del Pablito Federica Cappelletti.

Serata completata da personaggi della serie A come il tecnico Aurelio Andreazzoli, da giornalisti che sono la storia del calcio come Xavie Jacobelli (già direttore di stadio e Corriere dello sport ed ora di TuttoSport), Luca Calamai della Gazzetta e dall’amico fraterno e compagno di squadra Nic Zanone che con Paolo ha condiviso proprio tutto.
Una serata incentrata naturalmente sulla vita di Paolo Rossi grande uomo non soltanto nel calcio, che è già tanto con il titolo di Campione del Mondo e pallone d’oro al Mundial, ma in quella di tutti i giorni, con la famiglia, con gli amici e qui soprattutto con tutta Ronchi che era abituata a vederlo sempre in giro per fare acquisti, salutare o andare al mare.
Ha iniziato la presentazione Filippo Grassia, giornalista Rai e della carta scampata con tante cariche a livello nazionale che con la sua abilità ha subito messo la serata nel binario giusto catturando l’attenzione di tutti.
Prima ha chiamato sul palco gli artefici della serata, per il gruppo Veterani dello Sport di Massa Ettore Bigini e Nicola Lofrese, insieme al presidente del Ccn di Ronchi Daniele Lorieri. Ed ognuno ha spiegato le motivazioni della serata e quelle dell’attività che presiedono.

Quindi con i primi applausi Federica Cappelletti, la moglie di Paolo Rossi che come lui si è innamorata di Ronchi e qui hanno passato estati e vacanze da molti anni. Con Federica e Grassia salgono a completare i colleghi Jacobelli e Calamai. E qui cominciano ad uscire episodi, aneddoti, cose allegre e meno, per via dei sacrifici di Paolo dovuti ai tanti infortuni, soprattutto a quelle ginocchia d’oro ma fragili.
I due giornalisti, fanno affiorare tanti ricordi sul passato del goleador, sulle serate nei ritiri della nazionale ma anche su quelli del Vicenza, della Juve e soprattutto a Perugia dove Rossi ha incontrato per la prima volta Federica. E qui Federica fra i tanti aneddoti ha raccontato l’incontro decisivo con Rossi, quello che ha fatto scattare la molla, il viaggio di corsa in taxi del bomber per raggiungerla in tempo a Perugia.

Insomma quella di Rossi non è stata davvero una vita banale, tutti i presenti avevano ricordi o aneddoti da raccontare, e alla base di tutto sempre c’è stata la qualità, la semplicità l’amicizia di Rossi che comunicava a tutti col suo sorriso, a volte senza nemmeno parlare.
“Ronchi è il posto del cuore – inizia il racconto di Federica sull’incontro decisivo con Paolo – perché questa piazza è quella dove lui veniva con la sua bicicletta al bagno Bemi, a fare la spesa dove veniva con le bambine, con suo figlio, con gli amici, gli amici di sempre, con Luigi, Niki e tutte le persone che negli anni abbiamo frequentato quindi mi tocca particolarmente, nella sua semplicità poi forse è la cosa che più rispecchia Paolo quindi sono felice di essere qui e quindi il cuore me lo avete già toccato, non devo arrivare alla fine “ .
Qui non c’è il calcio dei grandi nomi, c’è il calcio degli amici di Ronchi di Paolo – ha interrotto brevemente Filippo.
“ Infatti quando qualche giorno fa parlavo con Luigi mi disse chi devo chiamare? Non devi chiamare nessuno – quelli che devono esserci sono già lì tutti a Ronchi” e arrivano applausi.
Come vi siete conosciuti?
“Avevo chiamato Paolo per la presentazione di un mio libro e lui dopo un primo no mi disse va bene vengo. Io gli risposi se mi dici di si – continua il racconto di Federica – devi venire perché l’invito era a Perugia nella mia città dove Paolo non tornava da tanti anni, e quindi se mi prometti che vieni devi venire altrimenti sono costretta a cambiare città. Bene, Paolo quel giorno era a Sofia per una partita di beneficenza riuscì a prendere l’unico aereo che volava quel giorno e arrivò su Verona, da qui a Milano con un taxi e da qui a Perugia con la sua macchina arrivando con 20 minuti di ritardo.
Quando lo vidi arrivare per Corso Vannucci con questo suo sorriso meraviglioso, raggiante l’ho guardato gli ho detto ora puoi proprio chiedermi quello che vuoi, ma in quel “puoi chiedermi quello che vuoi” c’era tutta la mia riconoscenza perché Paolo era una persona di parola e quando diceva una cosa era quella, questo mi ha colpito insieme al suo sorriso più di ogni altra cosa”.
Poi sono saliti sul palco il mister massese Aurelio Andreazzoli e Nicola Zanone che in pratica negli anni ottanta lo ha portato per la prima volta a Ronchi e dove sono poi sempre rimasti.
Andreazzoli ha parlato di Rossi da un altro punto di vista oltre che quello di calciatore, Zanone si è prolungato sull’amicizia, sugli infortuni di Paolo, sulla vita delle famiglie, sulle partitelle che facevano ancora sul campetto che Zanone possiede a Ronchi con tutti gli amici, sulle serate in allegria al Pancino fra una portata e una canzone ( Paolo amava cantare).
Tutto questo mentre sul maxi schermo scorrevano immagini della vita di Paolo.
Tutti fermi ed in silenzio quando sono arrivate le prime immagini del 3-2 col Brasile e della finale con la Germania ma ad ogni rete gli spettatori esultavano ed esplodeva il tifo come quaranta anni prima in Spagna. Ed infine la targa che è stata scoperta in onore di Paolo e che ornerà la piazza in suo ricordo.
