Ryan Gosling, Chris Evans e Ana de Armas sono il trio dalla chimica spettacolare nell’adrenalinico action movie dei fratelli Russo
Che i fratelli Russo siano dei maestri del cinema blockbuster è palese fin dai loro film targati Marvel: Captain America: Civil War (2016) e il dittico Avengers: Infinity War (2918) ed Avengers: Endgame (2019), quest’ultimo al secondo posto tra i film con i maggiori incassi di tutta la storia del cinema. Ai due beniamini di Hollywood non è andata molto bene con un lavoro del 2021 con protagonista un non eccelso Tom Holland, un war movie dal titolo Cherry – Innocenza perduta, ma questo piccolo smacco non ha impedito a Netflix di richiedere la professionalità dei due registi campioni d’incassi per un action – thriller movie con protagonisti tre dei degli attori più in voga del momento: Ryan Gosling, che rivedremo nel 2023 nell’attesissimo Barbie di Greta Gerwig, Chris Evans che ha ormai abbandonato le vesti del primo vendicatore dopo gli ultimi sviluppi dell’MCU e la tostissima Ana de Armas, a breve in concorso alla 79esima edizione del Festival del cinema di Venezia con Blonde di Andrew Dominik.
The Gray Man mette al centro del racconto Sierra Six (Ryan Gosling), facente parte di quel gruppo di agenti addestrati e reclutati dalla CIA per aggirare le regole e fare il lavoro sporco (i Gray Men appunto), il quale entra in possesso di dati incriminanti per la sua organizzazione e perciò viene ricercato da un ex collega sociopatico, Llyod Hanson (Chris Evans). L’uomo dovrà contare su tutte le proprie risorse e l’aiuto della nuova collega agente Miranda (Ana de Armas) per sfuggire da Hanson e salvare la pelle.
La sceneggiatura costruisce una narrazione dinamica e ad effetto, progressiva e stretta da una climax serrata che con un movimento circolare si restringe sempre di più attorno al protagonista e al suo villain per concludersi nell’inevitabile scontro finale. Nelle due ore di durata del film, Joe ed Anthony Russo fanno uso di tutti i topoi cari all’action movie, a partire dal tema dell’uomo braccato e solo contro tutti e quello del cacciatore che diventa preda.
The Gray Man è un adrenalinico percorso fra scene ad effetto e suspance, esplosioni, combattimenti serrati corpo a corpo e inseguimenti emozionanti, veloce, inarrestabile, senza un momento di pausa, una macchina d’intrattenimento senza una singola battuta d’arresto: “È come se un action in stile Bond avesse rubato il motore a uno degli Avengers più scatenati per trascinare lo spettatore in un tritatutto emozionale al ritmo di una corsa mozzafiato”, ha scritto Gianni Canova. Non ci sono freni né alla macchina da presa che si esibisce in carrellate virtuosistiche e dolly vertiginosi né agli spostamenti dei personaggi: le location sono fra le più disparate e rompono qualsiasi schema spaziale narrativo precostituito. Si va da Bangkok a Baku in Azerbaijan per balzare poi in Turchia e infine a Vienna, come ormai da tradizione nel genere dell’action movie contemporaneo.
Ryan Gosling è ottimo nell’interpretare un uomo freddo ed efficiente, piegato dalle esperienze di vita che l’hanno portato a reprimere emozioni e affetti, Ana de Armas una eccezionale partner che non rimane mai in posizione ausiliaria anzi spesso salva la vita al protagonista e fa uso dell’artiglieria pesante contribuendo in modo sostanziale alla riuscita delle operazioni (scongiurando il ruolo di femmina bisognosa di aiuto come già aveva fatto con il personaggio di Paloma in No time to die, Cary Fukunaga, 2021). Chris Evans, che almeno da Knives Out (Rian johnson, 2019) ama le parti da cattivo, qui baffuto e psicopatico abbozza un malvagio stile Jack Ryan non privo di un certo spessore intellettuale (cita Schopenhauer mentre strappa le unghie durante i suoi interrogatori).
Il film dei fratelli Russo è un mix spettacolare di scene, personaggi e trovate registiche che non ha intenzione di esplicitare alcun sottotesto, nessuna tematica nascosta o trama implicita ma si mostra esattamene per ciò che appare: un buon film da consumare che ha l’unico scopo precipuo di intrattenere e tenere incollato lo spettatore allo schermo.
E l’operazione sembra riuscita se è vero che Netflix ha già annunciato la lavorazione di un sequel e uno spin off vista la calda accoglienza del pubblico internazionale.
La domanda che sorge spontanea dunque è: quanto si dovrà attendere per rivedere i fratelli Russo dietro la macchina da presa?
