Vademecum cinefilo per la sopravvivenza alla noia estiva
“Ma quando finirai, estate di merda? In un film saresti già finita. Dissolvenza e via, un bel temporale. Sarebbe bello eh?” diceva il protagonista di Nuovo Cinema Paradiso (Giuseppe Tornatore, 1985). Invece anche quest’anno siamo costretti a sopportare la calura di 40 gradi (ad oggi più aggressiva che mai), i turisti armati di ciabatta rumorosa per le vie della città, gli amici che postano ossessivamente le foto al mare o in vacanza su qualsiasi social a portata di mano. Il mese di agosto è appena cominciato e va lentamente incontro al quel giorno nefasto fatto di grigliate e martorianti pranzi di famiglia che è Ferragosto e in tutto questo la cosa ancora più letale è che i cinema o sono chiusi per ferie oppure mantengono in programma i soliti film usciti il mese scorso. Fatto abituale, dal momento che le case di produzione distribuiscono i propri prodotti in maniera più oculata e questo perché, aperti o no, è usuale che durante il periodo estivo i cinema vivano un grande calo di frequentazione delle sale da parte del pubblico.
Personalmente attendo due date con grande apprensione: la prima sarà il prossimo 11 agosto quando verrà distribuito Nope (2022), l’ultimo film del regista premio Oscar Jordan Peele. Dopo Scappa – Get Out (2017) e Us (2019), Peele abbandona l’horror e il thriller puri per dedicarsi ad un ibrido di notevole curiosità a metà fra lo sci – fi, l’horror e il western con protagonisti Keke Palmer e Daniel Kaluuya, già apparsi nei suoi precedenti film. Nope è un’opera che fa dell’invisibile e dell’incapacità di vedere il suo tema principale raccontando un’apparente storia di ufo, eventi paranormali e misteriosi che sconvolgono un tranquillo e isolato paesino della California.

Le premesse sono buone, come testimoniato dalla buona accoglienza registrata sugli aggregatori principali e dall’intervista fatta al regista ed apparsa sul Venerdì di Repubblica il 5 agosto 2022.
Altra data da non dimenticare è il 24 agosto, giorno d’uscita di Crimes of the Future di David Cronenberg. Rimaniamo sempre nell’ambito dei generi cinematografici e, di nuovo, della fantascienza e dell’horror ma con un tocco di splatter e scene raccapriccianti in più e il tutto in mano ad uno dei più grandi maestri del cinema contemporaneo. David Cronenberg è il padre (anche se il regista non si considera tale) del body horror, un genere dove l’orrore e la tensione vengono ottenuti attraverso la rappresentazione di deformità fisiche del corpo, spesso deturpato e putrescente, il cui scopo è quello di associare fra loro degli elementi tematici che abbiano un fine allegorico o metaforico come nel caso di Il demone sotto la pelle (1975) o La Mosca (1986).
Il film segna il ritorno di Cronenberg nelle sale dopo otto anni di inattività (l’ultimo film fu Maps to the Stars, 2014) ed anche ad alcuni contenuti cari alla sua poetica: non è un caso se già nel 1970, cioè durante i suoi esordi, Cronenberg avesse già diretto un Crimes of the future che tuttavia non va considerato in relazione al nuovo film che non è per nulla un suo remake.

L’ultima opera del regista canadese è apparsa in anteprima in concorso a Cannes dove ovviamente non ha vinto alcun premio forse perché il suo è “un cinema troppo estremo, troppo di testa, troppo disturbante per pretendere pure di vincere dei premi” come ha scritto Gianni Canova, ma se non altro Lucky Red si è presa la briga di distribuire il film nelle sale italiane, fatto per nulla scontato.

Molto attesi anche il fantasy Three Thousand Years of Longing di George Miller, di cui avremo modo di riparlare, e Orphan: First Kill insieme a Bullet Train di David Leitch con Brad Pitt e tratto dal romanzo di Kotaro Isaka mentre gli amanti dell’avventura e dell’action movie non possono perdersi Pray (Dan Trachtenberg) e Beast (Baltasar Kormakur), ma con questi titoli saremo già arrivati a settembre, le temperature si saranno moderate (si spera) e i cinema offriranno tante altre novità anche sulla scorta della 79esima edizione del Festival del Cinema di Venezia (che si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre).

Per i più pigri consiglio invece The Sandman, la serie tv tratta dai fumetti di Neil Geiman uscita il 5 agosto su Netflix mentre per i nostalgici di Stranger Things è possibile accontentarsi magramente, in attesa della quinta stagione con protagonisti i ragazzi di Hawkins, con Paper Girls attualmente su Amazon Prime.

Io invece aspetterò con ansia di ritornare al cinema e durante l’attesa mi consolerò con qualche classico come Un dollaro d’onore (Howard Hawks, 1959) il western più bello della storia del cinema, per poi passare a Gangster Story (Arthur Penn, 1967) uno dei titoli più importanti del repertorio della New Hollywood. Avrò tempo di riguardare anche qualche opera di Jafar Panahi, Sion Sono e Ruben Ostlund (quest’anno vincitore per la seconda volta della Palma d’Oro a Cannes) senza tralasciate alcuni film del cuore come Ritorno al futuro (1985) e Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988) entrambi del grandissimo Robert Zemeckis prima di vedere su Netflix il suo ultimo lavoro: Le Streghe (2020).
Film, titoli e autori che ogni buon cinefilo dovrebbe conoscere. Se così non fosse, potete rimediare usando la scusa del caldo per non uscire e recuperare un film che rimandate da troppo tempo.
