Per la rubrica Ritratti d’Autore, oggi siamo in compagnia di Carlos Ruiz Zafón (1964-2020).
Dopo Cervantes è stato lo scrittore spagnolo più letto e amato al mondo. I suoi libri sono stati tradotti in 45 lingue e distribuiti ovunque. Nonostante la fama, tuttavia, Zafón era un uomo schivo e riservato, lontano da scandali e riflettori. Della sua vita privata si sa davvero poco.
Nacque a Barcellona da una famiglia umile: i suoi nonni lavoravano in fabbrica e suo papà faceva l’assicuratore. Dopo aver studiato in un collegio di gesuiti iniziò a lavorare in ambito pubblicitario. E la fantasia non doveva mancargli davvero visto che divenne ben presto direttore creativo.
Nel tempo libero, si dilettava a leggere e a scrivere romanzi per ragazzi. Amava questo genere letterario più di ogni altro. Nel 1993 pubblicò il suo romanzo d’esordio: Il Principe della nebbia. E già si avvertiva il suo amore per il mistero, le atmosfere cupe, la nebbia e le presenze inquietanti che vedono protagonisti due adolescenti alle prese con un amico in pericolo per via di un patto stretto con il fratello meno simpatico di Satana.
Il romanzo gli valse subito il premio Edebé dedicato alla letteratura per ragazzi.
È un segno, deve essersi detto Zafón prima di mollare il lavoro e la moglie, di cui non si conosce il nome, perché uno come lui… vuoi che non abbia un mistero anche in famiglia?
In genere il destino si apposta dietro l’angolo, come un borsaiolo, una prostituta o un venditore di biglietti della lotteria, le sue incarnazioni più frequenti. Ma non fa mai visita a domicilio. Bisogna andare a cercarlo.
E il suo destino lo trovò in California dove si mise a fare lo sceneggiatore per Hollywood. La sua rinnovata passione per la scrittura lo portò a scrivere altri lavori come Il Palazzo della Mezzanotte, Le Luci di Settembre e Marina. Tutti destinati a un pubblico giovane.
Del resto Zafón considerava gli adolescenti come i suoi lettori ideali.
Sono ben più intelligenti degli adulti. E soprattutto più sinceri con sé stessi e con i libri. Si avvicinano alle storie puri di cuore e di mente, lontani dalla presunzione che sviluppiamo con gli anni, quando le nostre scelte vengono condizionate dai fattori sociali.
I primi due romanzi, assieme al Principe della Nebbia, costituiscono La Trilogia della Nebbia. Anche qui abbiamo ragazzi che si improvvisano detective alla scoperta di antichi segreti luciferini custoditi in una casa della costa spagnola oppure alle prese con un misterioso fabbricante di giocattoli un zinzino da brividi, e sullo sfondo un faro sulla costa normanna.
Come avrete intuito, Zafón amava le atmosfere a cavallo tra il gotico e l’horror; elemento onnipresente (soprattutto nel primo) è la nebbia, compagna fedele di queste avventure. Ma se qualcuno pensa che si tratti di Young Adult annacquati sbaglia di grosso perché le trame riescono a turbare pure gli adulti. Casomai risentono dello stile ancora acerbo dell’autore, qualche cliché di troppo e figure horror che rimandano ad altri romanzi. Insomma, un filo di ingenuità da esordiente in cui, tuttavia, già si vede la mano dell’artista.
Il botto Zafón lo fece nel 2001 con L’Ombra del Vento romanzo per adulti, stavolta. In Spagna nemmeno se ne accorsero, ma il passaparola di lettori entusiasti gli fece scalare le classifiche mondiali vendendo milioni di copie e facendo di lui l’autore spagnolo più letto nella storia moderna. Per dire…
Il romanzo, tanto per cambiare, ha molte sfaccettature gotiche; ci trasporta in una Barcellona degli anni ’50 che cerca di riprendersi dalla guerra e di sopravvivere al regime franchista. Qui un ragazzino, Daniel Sampere, cerca di rintracciare l’uomo responsabile della distruzione di ogni libro scritto da Giuliano Carax. Daniel si imbatte quasi per caso in questo autore maledetto vissuto vent’anni prima e, con crescente orrore, arriva a scoprire che la storia tormentata del romanziere presenta inquietanti similitudini con la propria.
Nel 2008 esce Il gioco dell’Angelo, il prequel del precedente. Zafón infatti, intendeva dare alla luce una tetralogia incentrata sull‘Ombra del vento. Stavolta il suo editore spagnolo non si fa cogliere impreparato.
Con il gioco dell’Angelo si torna indietro di vent’anni. Anche qui, protagonista è un ragazzo, un giovane scrittore, cui viene chiesto di scrivere un libro. E, se questa trama è un filo meno drammatica del precedente tanto da avere anche degli intermezzi comici, presenta comunque una serie di colpi di scena e di personaggi indimenticabili come David Martin e Isabelle.

Il nome di Carlos Ruiz Zafón è sulla bocca di tutti. Il pubblico lo acclama, non così la critica che lo ha sempre un po’ snobbato. La sua scrittura un po’ popolare, un po’ ripetitiva che sconfinava nel fantastico, non era ben vista dal gotha della critica letteraria. Amen. Con quindici milioni di copie vendute non credo che Zafón abbia versato lacrime.
Nel 2011 Daniel Sampere torna protagonista con Il Prigioniero del cielo. È il 1957 e lui ora è un uomo sposato che dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Ma un nuovo mistero lo attende e la posta in palio, stavolta, è una dolorosa verità che gli è stata sempre taciuta.
Con Il Labirinto degli Spiriti (2016) si chiude la tetralogia. Quando anche l’ultimo enigma viene svelato e Sampere scopre quanto è profondo il suo legame con la città e con le viscere del regime. Attraverso queste pagine ci troveremo di nuovo a camminare per stradine lugubri avvolte nel mistero, della Barcellona reale e il suo rovescio fino al gran finale della saga, dove l’intreccio fra reale e fantasia quasi si confonde.
Tra misteri, omicidi, storie d’amore e di coraggio, Zafón, ci trascina in mezzo a distese infinite di libri dimenticati, talvolta destinati al macero, ma comunque avvolti dalla magia. Impossibile non rimanere ammaliati dalla scrittura evocativa di questi capolavori, tutti raccolti ne Il Cimitero dei libri dimenticati.
Carlos Ruiz Zafón muore nel 2020 a causa di un cancro.
Ma se volete calarvi nelle atmosfere noir di Barcellona, vi consiglio la raccolta di racconti postumi dal titolo: La Città di vapore. Alcuni sono conosciuti, altri inediti, altri ancora dedicati ai personaggi della tetralogia. Se c’è una cosa che Zafón ci ricorda sempre, a ogni riga, è che quando pensiamo di aver raggiunto la verità, dietro l’angolo ci attende un nuovo segreto da svelare.
I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro.
Curiosità:
Zafón è stato un bravissimo pianista e compositore nonchè autore di diverse canzoni ispirate ai suoi libri.