COMUNICATO STAMPA
L’allarme della Confartigianato Massa Carrara Lunigiana: “In migliaia a rischio. Dal Governo ci aspettiamo provvedimenti per chi è davvero in difficoltà’”.
“Autonomi ma non troppo: il popolo delle partite Iva, per scelta o per forza, resta quello che soffre di più la crisi. Due anni di pandemia e ora il caro energia rischiano di mettere in ginocchio migliaia di famiglie nella provincia apuana. Oltre una famiglia su cinque che appartiene al mondo degli autonomi vive sotto la soglia di povertà. Il dato è drammatico”.
A lanciare l’allarme sono il presidente e il direttore della Confartigianato apuana, Sergio Chericoni e Gabriele Mascardi, leggendo i numeri che emergono dall’Ufficio studi della Cgia sui dati Istat:
“Già l’anno scorso il rischio povertà o esclusione sociale delle famiglie con reddito principale da lavoro autonomo è stato superiore a quello dei nuclei che, invece, vivono con uno stipendio fisso. Stiamo parlando di artigiani, commercianti, lavoratori autonomi, liberi professionisti, che continuano a non avere sicurezze e tutele – proseguono Chericoni e Mascardi -. Per loro non esistono paracadute o reti di salvataggio, non esistono ferie, malattie e riposi”.
Si rischia il colpo di grazia con l’inflazione galoppante, il costo dell’energia alle stelle e i rincari che riguardano anche prodotti e beni di prima necessità:
“L’anno scorso, secondo l’annuale indagine campionaria realizzata dall’Istat, la percentuale di famiglie con reddito principale da lavoro dipendente che si trovava a rischio povertà o esclusione sociale era al 18,4 per cento; per quelle con reddito principale da lavoro autonomo, invece, era al 22,4 per cento”.
Dopo la pandemia abbiamo più dipendenti e meno autonomi:
“Significa che sono ‘spariti’ dai radar non perché assunti come dipendenti, se non in minima parte, ma perché tagliati fuori dal lavoro.
Basta pensare che a 30 mesi dall’avvento della pandemia abbiamo 56 mila occupati in più mentre il numero dei lavoratori autonomi, è sceso di 155 mila unità. Non facciamoci poi confondere dai numeri: anche i lavoratori dipendenti che aumentano sono ‘precari’, aumentano infatti i contratti a ‘termine’ che non danno garanzie” incalzano i rappresentanti di Confartigianato che poi tracciano la linea di confine di un’economia che rischia di annegare:
“Tanti autonomi sono scivolati verso il mare del sommerso e ci finiscono di fatto senza misure di sostegno al reddito dopo aver perso il lavoro e in questi due anni e mezzo trovarne un altro era quasi impossibile. Per un giovane, in particolar modo, l’apertura della partita Iva spesso è vissuta come un ripiego o, peggio ancora, come un espediente che un committente gli impone per evitare di assumerlo come dipendente”.
E’ evidente che di fronte a una situazione drammatica gli aiuti di Stato diventano il pane quotidiano a patto che siano dati cum grano salis:
“L’erogazione degli ultimi bonus va invece in direzione del tutto opposta – evidenziano Chericoni e Mascardi -. Basta pensare a quello aggiuntivo di 150 euro, garantito ai lavoratori dipendenti con busta paga netta fino a 1.538 euro mentre per gli autonomi solo a chi ha avuto un reddito nel 2021 inferiore ai 20mila euro lordi. Il divario fra le due posizioni è enorme e ingiustificato a favore dei dipendenti.
Fondi che invece sarebbero serviti a dare una piccola mano ad affrontare il caro bollette, pensando che saranno proprio gli autonomi a pagarne lo scotto con il lavoro a domicilio, come l’’aumento esponenziale dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette.
Il 70% circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, ovvero non ha né dipendenti né collaboratori familiari, moltissimi stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 10 mesi dalle bollette di luce e gas.
La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare le proprie botteghe e negozi – concludono -. E’ qui che bisogna intervenire perché uno stato di diritto e uno stato sociale aiuta prima i più deboli’”.