COMUNICATO STAMPA
Una lunghissima trattativa al tavolo con Geko si chiude però con altre notizie positive e nuove prospettive per il futuro.
A dare l’annuncio è il segretario della Uilm area nord Toscana, Giacomo Saisi:
“Ora sono addirittura due le aziende interessate a rilevare il capannone di Massa della società e a poter intavolare una trattativa sull’assorbimento dei 13 lavoratori. Al tempo stesso la Regione valuterà con il Ministero dello sviluppo economico la possibilità di attivare un anno di Cassa integrazione straordinaria per cessazione che permetterà ai lavoratori di restare comunque alle dipendenze Geko in via formale fino a quando non si sarà risolta la vertenza e di poter utilizzare tutti gli strumenti necessari per la loro ricollocazione”.
Una trattativa che nelle prime battute non è stata facile, però, come conferma Saisi, e si è protratta per circa 4 ore:
“L’azienda Geko prosegue sulla linea dei trasferimenti su altre sedi del gruppo e il tavolo era stato convocato proprio perché ormai a fine anno si conclude definitivamente il contratto di appalto con Ansaldo per la manutenzione dei container.
La proposta che abbiamo avanzato come organizzazioni sindacati al tavolo sia all’azienda sia all’unità di crisi della Regione Toscana è appunto quello dell’apertura della Cassa integrazione straordinaria per cessazione così da avere tutti i margini di manovra operativi in vista di un progetto di reindustrializzazione che al momento comunque non è definito e per i lavoratori a gennaio si aprirebbero solo le porte al trasferimento o alla disoccupazione.
Con la cassa integrazione avremmo altro tempo e altre garanzie nel frattempo che le due aziende interessate al capannone, entrambe dell’indotto di Baker Hughes a Massa, possano presentare le relative offerte. Gli stessi lavoratori potranno comunque continuare in questo periodo a fare eventuali colloqui con le agenzie interinali per essere ricollocati in aziende del territorio”.
Questa l’ipotesi su cui si lavora in attesa della prossima convocazione del tavolo dell’unità di crisi che è fissata per il 3 gennaio.