COMUNICATO STAMPA
Il centrodestra cittadino ha dimostrato di avere gli anticorpi anche per rimediare a scelte fatte in buona fede nel 2018 e che, ahimè, si sono rivelate non più compatibili con i valori di buona e trasparente gestione amministrativa, di ascolto empatico, di rispetto degli impegni presi, di inclusione e collaborazione.
Per il bene della Città, uomini coraggiosi hanno messo fine ad un teatrino non più sostenibile volto a coprire e camuffare l’inadeguatezza di colui che anziché rispettare il programma ed il mandato affidatogli, si è arroccato in una stanza circondandosi di “yes man” e “yes girl” che hanno purtroppo alimentato una politica personalistica fondata sul poltronismo (l’ultimo ‘acquisto’ di Cagetti in giunta è stato a dir poco emblematico della situazione che si è trascinata in questi anni, tra siluramenti improvvisi e valorizzazioni sorprendenti e discutibili).
La fine della pandemia ed il rientro in aula dei consiglieri comunali ha fatto però emergere definitivamente tutte le distanze tra la vera natura di Persiani e le vere necessità di governo di Massa.
Come coordinatore comunale di Forza Italia Massa, da tempo ho scelto di non accettare di assistere al “de profundis” della politica locale di centrodestra e per questo non ho mai mancato, né pubblicamente, né privatamente, di chiedere a Persiani un cambio di passo. E soprattutto di riprendere il programma elettorale che gli avevamo affidato nel 2018.
Che sia stato per problemi caratteriali della persona o per altro motivo, la sostanza è che Persiani è stato sordo ad ogni appello.
Anzi, è stato ‘avvocato di parte’ (ma quale parte?) ed ha continuato a chiudere il suo ‘cerchietto magico’ bipolarizzando la sua azione: annunci e proclami pubblici di dolce positività da una parte, isterie, sotterfugi e feroci vendette dall’altra.Tutto nel surreale tentativo di restare disperatamente a galla nella speranza che qualche egocentrica narrazione social potesse spazzar via il vero lavoro di altri, i tantissimi problemi di rapporto con molti consiglieri, i ritardi o le scelte irrazionali su alcuni importanti impegni.
Una sorta di delirio da ruolo che ha compromesso quasi subito la serenità di coalizione, frantumandola passo dopo passo fino all’inevitabile sfiducia.Basti ricordare che egli è riuscito a passare dalle sperticate lodi verso il suo mentore e vicesindaco Guido Mottini, al suo freddo ed improvviso siluramento; dalla defenestrazione dell’Assessore Lama a qualche pilotata nomina esterna di valore politico davvero poco significativo; dall’avere 7 consiglieri eletti nella sua lista e rimanere con uno solo di essi nel gruppo consiliare; da fantasiose e sprecone costituzioni di parte civile al negare un serio approfondimento consiliare sul caso Serimper. Ecc. Ecc.
Il coordinamento comunale di Forza Italia Massa, ha contrastato questi atteggiamenti in ogni modo possibile. Lo ha fatto anche con l’aiuto di altri consiglieri comunali che ne hanno sposato la linea. Dapprima Antonio Cofrancesco e poi anche con Luca Guadagnucci. Consiglieri che mai hanno smesso di ricordare a Persiani che il 2023 si stava avvicinando e che quella politica distante dai cittadini, dagli eletti e dai partiti non era più sostenibile.
Forza Italia Massa ha invece per anni continuato a lavorare pancia a terra sul territorio massese a fianco dei propri concittadini, nonostante le ingerenze e le forzature anche dei propri vertici volte a tentare di piegare gli organi statutari eletti (ne è ultima triste e riprova la già citata nomina dell’assessore Cagetti, pur eletto nella lista persiani, reinventato forzista nella trattativa tra Persiani e Ricciardi per provare ad accaparrarsi il simbolo). Una nomina durata, per fortuna di Massa, come un gatto in tangenziale, non voluta e non auspicata né dai tre quarti del gruppo consiliare forzista e né dalla base storica degli iscritti berlusconiani.
Persiani può giocare con il nostro simbolo ma non con i nostri uomini.
Registriamo comunque che c’è ancora chi nel centrodestra ha voglia di continuare nel teatrino di difendere una persona indifendibile, peraltro con toni ed accuse tanto gravi quanto infondate e ridicole, evidenti tentativi di mettere una pietra sopra i problemi veri e sopra i ta ti errori commessi da Persiani.Eppure l’inaffidabilità politica di Persiani ha travolto anche alcuni degli storici portabandiera della Lega: Guido Mottini, Eleonora Lama, Veronica Ravagli ne sono, come detto, un esempio. Ma non si può dimenticare che l’abbandono politico di Nicola Martinucci, capogruppo della Lega e persona più votata in quel partito, è avvenuto proprio per l’inaffidabilità politica della parola di Persiani.
Ed in politica, come si è visto, quando hai perso la fiducia, hai perso tutto.Domenico Piedimonte
Coordinatore comunale Forza Italia Massa
Piedimonte: la sfiducia all’avvocato Persiani come presa d’atto dell’inadeguatezza dell’Uomo solo al comando
