COMUNICATO STAMPA
“La scelta di realizzare la nuova Casa di Comunità in via Carducci è sbagliata dal punto di vista strategico e rappresenta un inutile spreco di denaro: noi repubblicani lo andiamo dicendo da mesi. Una scelta sciagurata che avrà un impatto negativo sulla città”.
Così intervengono sul progetto della passata amministrazione di centrodestra il candidato sindaco Guido Mussi e la sezione “Giuseppe Mazzini” del Pri.
“Nella scelta dell’ubicazione – proseguono – non è stato considerato il fatto che via Carducci è diventata un’arteria caotica e percorribile con fatica; questo anche a causa del discutibile intervento di riqualificazione di piazza Stazione, che ha reso l’area inagibile quando piove e impraticabile negli orari di punta all’arrivo dei treni di pendolari e studenti.
In più la carenza di parcheggi appesantisce il traffico, tanto che la ricerca di spazi spinge gli automobilisti fino addirittura al viale Roma. Aggiungere una struttura così importante è un vero suicidio, come pure sarebbe un’assurdità andare a occupare altri terreni quando si potrebbe con un po’ di attenzione riconvertire tutto o in parte l’ex ospedale civico.
Fra l’altro bastava prendere esempio da Carrara che ha fatto del suo monoblocco un punto di principio imprescindibile, tanto che viene mantenuto e potenziato con investimenti sostenuti da tutti i contribuenti, compresi i massesi sempre più penalizzati”.
Fra l’altro, senza un’opportuna riconversione, resta il problema della destinazione d’uso del complesso del vecchio ospedale che potrebbe offrire spazi in abbondanza per uffici, laboratori, Guardia Medica, Cup, Residenza per anziani.
“L’ex ospedale risponde pienamente – proseguono i repubblicani – all’obiettivo di avere una Casa di Comunità che sia attrezzata con spazi dedicati alle cure intermedie (posti letto) per aiutare il NOA sulla disponibilità di posti letto post dimissioni. Collocazione a parte, la futura Casa di Comunità dovrà dare impulso agli ambulatori con tutte le specialità possibili accanto ad ambulatori dedicati ai medici di famiglia: questo comporterebbe avvicinare medici di famiglia agli stessi specialisti ospedalieri, punto fondamentale per un rapporto diretto Ospedale-territorio. Conoscersi ed interfacciarsi direttamente porterebbe ad scambio continuo, anche per arrivare ad una diagnosi, ad un quesito clinico, quanto più precoce e tempestivo”.
Ma nel programma di Guido Mussi e del Pri in materia di sanità vi sono altri punti fondamentali che la prossima amministrazione dovrà affrontare. Innanzitutto l’attuazione del Registro Tumori, che è uno strumento fondamentale per capire lo stato sanitario della popolazione.
“E’ vero che tutto questo sta andando alla deriva per la soppressione da parte della Regione dell’organismo che doveva realizzarlo: è per questo che il sindaco si deve battere perché tutto ciò venga nuovamente ripristinato”, afferma il candidato sindaco del Pri. Inoltre “occorre estendere lo screening alla popolazione limitrofa e non limitarlo all’area SIN- SIR ( Sito di interesse Nazionale – Sito di Interesse Regionale): tutti ormai sappiamo le fonti di inquinamento del SIN e quindi è possibile mirare le ricerche sulle persone per diagnosi precoci”.
In particolare occorre potenziare l’attività di screening di prevenzione alla Casa di Comunità:
“ciò porterebbe ad avvicinare persone non coinvolte normalmente ad esempio per il tumore alla mammella l’utilizzo dell’ecografia sulle pazienti giovani, come pure per la prostata e la tiroide. Coinvolgere specialisti in campagne dedicate aiuterebbe a ritrovare, purtroppo, dette patologie al di fuori dei range di popolazione per cui è previsto il controllo”.
A tutto ciò occorre aggiungere non solo la riattivazione della Guardia Medica Turistica soprattutto nel periodo estivo nella zona di maggior affluenza dei turisti – questo per non ingolfare il Pronto Soccorso – , ma anche iniziative rivolte ai giovani. Su questo ultimo fronte è utile organizzare corsi sull’utilizzo dei defibrillatori a partire dalle classi terze superiori.
“Già durante il percorso scolastico – prosegue Mussi – i giovani vanno sensibilizzati alle emergenze sanitarie, questo potrebbe alla conoscenza anche delle manovre basilari di rianimazione. Basti pensare ai diversi dispositivi di defibrillatori, che troviamo disseminati nel territorio. A tal propositivo incentivare corsi di BLSD nelle scuole superiori aumenterebbe la popolazione pronta a tale utilizzo”.
Infine il problema delle dipendenze:
“l’amministrazione di concerto con l’Asl e il Serd deve promuovere campagne di sensibilizzazione, informazione ed educazione rivolte ai giovani, cercando di comprendere l’evoluzione della situazione e delle problematiche. Una scommessa fondamentale per il futuro è avvicinarsi ai giovani per comprendere i loro bisogni e coinvolgerli nella prevenzione”.