Comunicato Stampa
“Abbiamo letto con stupore l’articolo in cui si fa riferimento a una fantomatica lettera scritta dai lavoratori Sanac alle ambasciate straniere per acquisire il gruppo. Peraltro dalle stesse persone che ‘piccate’ si erano risentite pochi mesi fa per un’analoga lettera scritta da altri operai alla futura premier, Giorgia Meloni. E’ curioso come si utilizzino due pesi e due misure a seconda della appartenenza che a questo punto è del tutto politica visto che uno dei due lavoratori a parlare è candidato alle elezioni comunali di Massa.
Pertanto da questa iniziativa evidentemente politica ed elettorale, ci dissociamo come operai di Sanac, lavoratori e sindacati”. A scrivere sono il segretario Uiltec, Massimo Graziani, e la Rsu aziendale Paolo Faggioni: “Abbiamo parlato con gli operai e tutti quelli che abbiamo sentito si dissociano in tutto dalla lettera pubblicata dal quotidiano. Non è stata condivisa, è frutto di un’iniziativa del tutto personale fatta senza avvisare i colleghi. Qualcuno ci vede dietro l’ombra della campagna elettorale e non potrebbe essere diversamente visto che si parla di un candidato in lista”. Non è solo una questione di metodo ma anche di contenuto: “La lettera addirittura è rivolta a stati extra Europei per chiedere loro di rilevare il gruppo Sanac e i quattro stabilimenti italiani. Stiamo uscendo del tutto dalle logiche sindacali e dalla tutela degli operai, peraltro lettere rivolte alle ambasciate di Cuba, Venezuela, Brasile, Bielorussia, Corea del Nord, Laos e Vietnam rispetto a cui non possiamo che nutrire forti dubbi. I due mittenti – continuano Graziani e Faggioni – evidenziano che fino a oggi tutti gli altri tentativi si sono tradotti in un nulla di fatto, ed è in parte vero, ma questo non può portarci a iniziative personali scollegate dalla realtà e soprattutto dalle posizioni unitarie che si sono prese sui tavoli nazionali con le oganizzazioni sindacali di Categoria Cgil Cisl e Uil”.
“Lasciamo fuori Sanac dalla competizione elettorale Amministrativa Comunale di Massa e cerchiamo di rivolgere l’attenzione su fatti concreti. In questo momento i crediti da Acciaierie d’Italia sono stati incassati, come ci hanno garantito i commissari, c’è la possibilità di tenere aperti gli stabilimenti per circa un anno in attesa che lo Stato diventi azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia. Da quel momento dovremo con gran voce chiedere di per far ripartire gli ordini dei refrattari verso il gruppo Sanac, e poi proseguire la battaglia per riportare Sanac all’Interno della Filiera dell’acciaio Italiano e non quello Coreano, come Azienda Italiana controllata dallo Stato Italiano. L’ipotesi di un’asta con spacchettamento dei quattro stabilimenti è stata bloccata, e questo sinceramente ci pare già un grande risultato ottenuto grazie alle Organizzazioni Sindacali nazionali tutte, che hanno preso una chiara posizione al riguardo poi condivisa dal Governo. Capiamo la frustrazione dei lavoratori e siamo al loro fianco in questa battaglia da anni. Ma evitiamo iniziative non in linea con quelle che sono le richieste degli operai Sanac, non coordinate e non condivise”.