COMUNICATO STAMPA
La costa massese messa in ginocchio da meno di un metro d’onda.
Non si è trattato questa volta di una mareggiata, ma di un semplice mare mosso che per quasi dieci giorni non ha dato tregua al litorale danneggiando gravemente il turismo balneare massese.
«Da ponente a levante – sottolineano gli operatori del Consorzio balneari Massa – il flagello dell’erosione continua inesorabilmente a modificare, riducendola, la linea di costa. E’ una questione di salvaguardia del territorio, ormai non si può più parlare solo di alcune zone in sofferenza, perché purtroppo dalla Partaccia a Poveromo lo scenario è drammatico». Questo è l’appello sempre più allarmante dei balneari che ogni giorno, da anni vedono l’assottigliarsi delle nostre spiagge. «Questo mare mosso ad inizio stagione – spiega Itala Tenerani, presidente del Consorzio – ha dato il colpo di grazia a tutto l’arenile. Degli ultimi interventi di riprofilatura purtroppo non si vedono i risultati sperati, perché il mare si è fatto strada portando via sabbia sia in termini di profondità sia in termini di volume».
Poveromo, l’ultimo baluardo delle lunghe spiagge massesi, che ormai da qualche anno tanto lunghe non sono più, rischia di subire lo stesso esito delle spiagge di Marina di Massa. Ronchi ormai lotta per la sopravvivenza. Alla Partaccia e a Marina di Massa c’è più stabilità, ma è un equilibrio in mano alla sorte dei fenomeni meteo marini.
La situazione nella zona tra la Don Gnocchi e il bagno Marchini ha il tempo contato. Sono stati spesi milioni di euro per frenare l’erosione ma purtroppo i tempi della natura non vanno mai a braccetto con quelli dell’uomo. Oggi a mare calmo è possibile fare una stima dei danni, nella speranza che da oggi fino a settembre non ci siano mareggiate. Poveromo è la cartina tornasole di quello che sta accadendo.
«Con meno di un metro d’onda abbiamo perso circa venti metri si spiaggia e siamo all’inizio di luglio – afferma rassegnato Roberto Della Tommasina, del bagno Nedy –. Stiamo vivendo un’erosione galoppante che in circa tre anni ci ha portato via il 40% della spiaggia, cosa accadrà se non ci saranno interventi immediati ed urgenti? La prima notte di questo mare mosso abbiamo visto subito che le correnti stavano lavorando in modo anomalo. Nonostante ci fossimo messi tutti in sicurezza, smontando parte delle attrezzature, purtroppo il mare è arrivato alla sesta fila, e ha portato via con sé anche diverse attrezzature. Con questa incertezza è difficile fare impresa, è difficile fare turismo perché è impossibile soddisfare la domanda. Noi chiediamo che nel progetto di tutela della costa, Poveromo venga contemplata come zona ad alta criticità e che gli interventi vengano attuati in tempi brevi».
Spostandoci a Ponente la situazione non migliora.
«Se non vengono fatti dei lavori seri qui rischiamo di affogare» spiega Danilo Pitanti del bagno Puntomare, parlando con l’amaro in bocca per la sua zona di Ronchi levante, al confine con Poveromo. «Siamo destinati a scomparire – prosegue – perché ormai con un po’ di mare mosso smontiamo metà delle attrezzature. Personalmente in questi giorni ho dovuto mandare via molti turisti di passaggio. Il danno grosso in questa vasca è stato fatto, a nostro avviso, nel 2019 quando hanno dragato a trenta metri dalla riva la sabbia da portare in altre zone. Prima di allora si sopravviveva. E’ stato creato un vuoto in mare che ovviamente ha modificato l’assetto del fondale e delle correnti. Inoltre la scogliera che abbiamo al confine con il fosso di Poveromo deve essere modificata perché è troppo bassa e il mare ci gira intorno erodendo e entrando all’interno dell’arenile. La sabbia che ci hanno portato quest’anno purtroppo non è stata sufficiente a bloccare l’erosione».
«Non è possibile che meno di un metro d’onda metta in crisi un intero litorale e quindi il comparto balneare di una città – è la considerazione di Susanna Bertelloni del bagno Roma a Ronchi –. Il dramma è proprio la gestione del lavoro e dei dipendenti. Siamo imprenditori e dobbiamo avere delle certezze. I giorni che perdiamo in termini di presenze non si recuperano. Sono necessari interventi che guardino l’intera costa perché i lavori tampone non sono sufficienti per tutelare il litorale».
A Marina di Massa e alla Partaccia la situazione è stata più stabile, ma cosa accadrebbe se ci fosse una mareggiata o se aumentasse la frequenza in stagione del mare mosso?
«Purtroppo parte della sabbia portata con i lavori di riprofilatura – dice Angela Trespidi del bagno Marchini – è già in buona parte sparita. In questi giorni di mare mosso molta attrezzatura è finita in mare, circa una decina di ombrelloni ed in generale il disagio è stato importante. Si vive nell’incertezza del lavoro».
«La speranza è sempre quella che a mare calmo venga restituita un po’ di rena – afferma Riccardo Baldacci del bagno Milano a Marina di Massa –. Qui l’erosione ha già portato via tanto in passato ma se non vengono fatte opere di tutela in tempi brevi il rischio è che ciò che è rimasto scompaia nel tempo».
«Per fortuna in questa zona il mare mosso non ha creato i danni che ha fatto a Poveromo e a Ronchi – conclude Renato Battelli, del bagno Battelli alla Partaccia e vice presidente del Consorzio Balneari Massa –. Si vive tutti in allerta, perché purtroppo l’intero litorale è in ginocchio. In Partaccia questa volta l’erosione c’è stata, ma è stata contenuta, mentre l’effetto erosivo a Poveromo levante è davvero preoccupante».
Gli operatori balneari del Consorzio lanciano ancora una volta l’appello a chi di dovere.
«Abbiamo bisogno di un progetto per l’intero litorale che tuteli la costa massese che altrimenti è destinata a scomparire».