NOTA STAMPA
E’ sconcertante come le scelte di questa amministrazione siano paradossalmente, a nostro avviso, contro il benessere collettivo e che questo non venga percepito da molti cittadini.
Il Parco che noi chiamiamo “Ugo Pisa”, meta di moltissimi cittadini per la presenza del bosco di pini e di altre essenze, sta per essere raso al suolo senza che alcuna voce si alzi per capire cosa stia succedendo e con quali obiettivi collettivi si verrà a configurare, in futuro, l’area di cui stiamo parlando.
I progetti annunciati, sulla carta, sono condivisibili, ma, appena si cerca di leggere le mappe, ecco che appare chiaro che il mantenimento di polmoni di verde pubblico non sia nelle priorità di questa amministrazione, anzi, sembra che siano, invece, un fastidio. Le relazioni dei botanici che segnalano alberature pericolanti all’Ugo Pisa, causate da un parassita, dovrebbero innescare processi di confronto pubblico e collettivo su come sistemare il problema: la soluzione meno cruenta e più sostenibile è sicuramente una oculata piantumazione preceduta, soprattutto, da trattamento fitosanitario contenitivo, soluzione che però appare più teorica che operativa, perché la scelta è invece orientata ad un abbattimento generalizzato, nell’intenzione di bloccare la diffusione del parassita individuato, ma senza tener conto dell’intero ecosistema che quel bosco rappresenta in termini di biodiversità e di polmone verde, di benessere psicologico e percettivo della popolazione.
Non dimentichiamo gli interventi in piazza Stazione, in piazza Palma, nel Parco della Rinchiostra, a Poveromo: comunque un ridimensionamento del verde e delle alberature in direzione contraria a quanto indicato dagli esperti, che ritengono che le superfici alberate siano la più valida protezione nei confronti dell’innalzamento della temperatura.
La filosofia appare chiara: i fondi del PINQUA devono essere spesi, al più presto, qualunque sia il costo collettivo che si andrà a pagare. Alcuni progetti sono condivisibili: approviamo ad esempio l’utilizzo di fondi pubblici per il Castello Malaspina, la ristrutturazione delle parti residue e la destinazione d’uso con vocazione artistica, anche se qualunque esperto in questo campo, vi direbbe che il Castello è Museo di se stesso; così come ogni progetto orientato al “Dopo di noi”. Altri sono decisamente inadeguati e guidati da una filosofia emergenziale, piuttosto che da una visione organica, sostenibile, programmatica della città.
Ci meravigliamo inoltre che il Comune non abbia acquisito al patrimonio immobiliare, a un prezzo decisamente abbordabile, l’area denominata “Borgo Ducale”, all’interno della quale un Distretto Sanitario, una Casa della Salute, avrebbero potuto essere costruiti senza doversi ostinare sull’area già individuata a bordo ferrovia e sulla ipotizzata Variante Aurelia che vedrà coinvolta proprio via Carducci.
Durante la campagna elettorale, e anche ora, notiamo che le repliche fornite da Sindaco alle contestazioni, rivolte all’Amministrazione sui citati interventi, appaiono molto convinte, ma non è chiaro chi è che informa il Sindaco, e le risposte fornite dallo stesso non ci illuminano su quale sia la visione che sta dietro tali scelte: difetto di completezza e difetto di chiarezza, necessarie e indispensabili in ogni intervento che agisce su una realtà complessa come quella di una città.
Appare una logica “del fare per il fare” senza adeguate riflessioni collegiali e soprattutto senza un confronto con la cittadinanza rappresentata da una buona quantità di Associazioni e Comitati.
Questo è dunque il destino di Massa? Consumare risorse per risolvere alcuni problemi al fine di mostrare una sorta di apparente efficienza? Non sappiamo come giudicare queste modalità di operare, ma sappiamo che non sono orientate a salvaguardare il territorio, ma a sfruttarne ogni centimetro quadrato senza risolvere i problemi di fondo. Una sorta di ansia di lottizzazione senza gli studi complessi e partecipati che dovrebbero essere svolti, se non per norma almeno per opportunità politica. Qualcuno diceva “governare non è asfaltare”.
Rifiuti, SIN-SIR, Dissesto Idrogeologico della Montagna e del Piano, salvaguardia delle acque potabili, trasporto pubblico, Efficienza Scolastica, Efficienza Energetica, Efficienza Sanitaria (per la parte attinente al Comune) sembrano essere temi che questa amministrazione viva solo come un inciampo.
Ci auguriamo, ovviamente, che il problema sia solo legato all’idea che dialogare con la collettività, spiegando e illustrando le scelte in procinto di essere attivate, sia una perdita di tempo; modalità comunque estremamente grave e indice della scarsa attenzione all’idea che la gestione del Bene Comune deve essere collettiva e partecipativa.
Ci auguriamo che l’Ugo Pisa torni ad essere fruita, a breve, dai massesi, come per tradizione è sempre stato.
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Associazione Comunale Europa Verde-Verdi di Massa
Verdi di Massa: “Ci auguriamo che l’Ugo Pisa torni ad essere fruita, a breve, dai massesi, come per tradizione è sempre stato”
