COMUNICATO STAMPA
Sabato 14 ottobre, in base alle decisioni dell’Asl e del sindaco Persiani, sarebbe dovuta cadere la data stabilita per procedere alla dismissione del distretto sanitario di via Bassa Tambura.
Grazie all’intervento degli attivisti della Consulta popolare per la sanità a Massa, che riunisce numerosi comitati, movimenti e associazioni del territorio apuano e lunigianese, lo scorso 25 settembre l’opinione pubblica è stata allertata e la notizia, dopo un iniziale scetticismo, è stata confermata ed è divenuta di pubblico dominio.
Da quel momento in avanti, tutte le autorità implicate in questo vergognoso tentativo di cancellare l’ennesimo presidio sanitario del nostro territorio, sono corse a buttare acqua sul fuoco sostenendo che si trattava soltanto di una “proposta” e che in data 14 ottobre non vi sarebbe stata alcuna dismissione.
Con questo, il Sindaco non ha tuttavia negato che le dismissioni ci saranno. Le ha soltanto rimandate e ha indicato una serie di “smistamenti” dei servizi attualmente erogati presso l’Asl di via Bassa Tambura: agli effetti pratici, questi smistamenti rappresentano con ogni evidenza un disagio per la collettività e uno smantellamento progressivo.
Esattamente lo stesso balletto e lo stesso copione che si sta svolgendo a Carrara con il Monoblocco e in Lunigiana, dove venerdì 13 ottobre è prevista un’assemblea pubblica presso il Castello di Terrarossa appoggiata anche dai comuni di Licciana Nardi e Tresana. Ma gli stessi problemi e le stesse “soluzioni draconiane” si stanno palesando in tutta la Toscana, da Pisa a Livorno, da Piombino a Cecina fino all’area fiorentina.
Siamo dunque davanti all’ennesimo, pretestuoso tentativo di risolvere il problema delle mancate assunzioni di personale medico e di rifinanziamento della sanità pubblica regionale e provinciale con la chiusura o lo smembramento di distretti e la promessa di nuove costruzioni che in questo momento, e per molto tempo ancora, non potranno ospitare i servizi dismessi.
Per tutti questi drammatici motivi è stato indetto un corteo provinciale che partirà proprio sabato 14 ottobre, alle 17,30, dal distretto Asl di via Bassa Tambura (con possibilità di parcheggio presso l’ex CAT al Pomario) e che attraverserà il centro storico per confluire in una assemblea popolare in piazza Garibaldi e poi, al ritorno, davanti al Comune di Massa.
Molte le adesioni che in questi giorni di nuove preoccupazioni legate al divampare delle guerre e di nuove minacce alla stabilità economica e sociale del nostro Paese, stanno appoggiando l’attività del comitato, il quale chiede essenzialmente:
L’adeguamento e la riattivazione dell’ex ospedale San Giacomo e Cristoforo di Massa a nuovo ospedale di comunità;
il miglioramento e il potenziamento dei servizi sanitari alla popolazione nei distretti sanitari esistenti di Massa, Villette, Marina e Montignoso;
il miglioramento e il potenziamento dei servizi sanitari alla popolazione nei distretti sanitari esistenti in Lunigiana;
il miglioramento e il potenziamento dei servizi sanitari alla popolazione presso il Monoblocco di Carrara, senza che le prestazioni vengano erogate in fantomatici “container” a cui verrà, in ogni caso, fisicamente impedito l’ingresso: non solo sappiamo che a Carrara, come successo per diverse scuole pubbliche, i container diventano da soluzione provvisoria destinazione permanente, ma proprio ieri l’architetto Claudia Bienaimé ha pubblicato sul suo profilo Facebook la perizia del Comando dei Vigili del fuoco di Carrara (allegato) da cui si evince che al Monoblocco non ci sono piani o reparti inagibili che richiedano uno sgombero, ma solo adempimenti normativi di poca entità e di poca spesa finora ignorati da Asl e Comune. A questo punto chiediamo che anche a Massa si produca la documentazione in base alla quale si sostiene che l’Ospedale San Giacomo e Cristoforo non sia agibile o lo sia solo a prezzo di costosissimi interventi. Nel frattempo la Sindaca di Carrara può tranquillamente dimenticarsi l’intemerata dei “container”, come il Sindaco di Massa può dimenticarsi di costruire un distretto tra i binari della Stazione quando abbiamo un intero ospedale già completo di macchinari e strutture riattivabile con poca spesa.
NO ALLE SPESE MILITARI, SI AL FINANZIAMENTO DELLA SANITA’ PUBBLICA GRATUITA