COMUNICATO STAMPA
In questi giorni sono cominciati dei carotaggi sul terreno dell’ex scalo ferroviario della stazione di Massa (vedi documentazione fotografica allegata), non vi è ombra di dubbio che l’operazione è strettamente connessa al progetto di costruzione del nuovo piccolo distretto sanitario sui binari voluto dalla giunta Persiani, dalla Regione Toscana e dalla ASL.
Incuranti di tutti i dubbi e delle perplessità sollevate da numerosi tecnici, dagli operatori sanitari e delle contrarietà della popolazione, le larghe intese vanno avanti a testa bassa, tanto la priorità è per loro quella di assegnare i 20 milioni di euro promessi alle imprese, chiudere due distretti e di due farne uno, più piccolo, per lavorare a personale e servizi sanitari ridotti, senza le nuove assunzioni necessarie per rilanciare il settore, ma soprattutto vogliono mettere una pietra tombale sull’idea e la volontà dei cittadini di adeguare e recuperare il “vecchio” ospedale di Massa.
La realizzazione del distrettino da 20 milioni di euro metterebbe la parola fine sulla realizzazione di un vero ospedale di comunità per Massa, dal momento che se non si farà al San Giacomo e Cristoforo l’ospedale di comunità non potrà certo esser fatto alla Stazione.
Abbiamo notato che per i carotaggi non è stato affisso nessun cartello di permesso, nessuna indicazione sulla titolarità dei lavori, la cosa risulta strana dal momento che noi cittadini comuni dobbiamo aprire una SCIA per ogni piccolo lavoro di casa: ci chiediamo come sia possibile che per trivellare con trivelle industriali in centro e vicino ai binari della stazione non serva nessun permesso; sarà nostra premura segnalare la cosa agli organi competenti per capire se ci siano violazioni in corso.
Vorremmo ricordare al sindaco Persiani, al presidente della Regione e alla ASL che i conti vanno fatti con l’oste ovvero con la popolazione di Massa, sbagliano di grosso se pensano di portare avanti questo scellerato progetto senza gli “intoppi” della protesta e della lotta dei cittadini.
Nel frattempo il diritto alla salute è stato praticamente sospeso per i cittadini di Massa, ormai è impossibile prenotare qualsiasi visita, ricovero, intervento o screening in tempi utili, nella migliore delle ipotesi si devono aspettare mesi e mesi, nella peggiore non è possibile nemmeno avere un appuntamento, anche le visite e gli esami “brevi” che dovrebbero essere garantiti entro 10 GG vengono negati spesso sistematicamente come nel caso di un nostro attivista che ha potuto fare un esame che doveva essere garantito entro 10 GG soltanto due mesi dopo e non prima di aver fatto innumerevoli segnalazioni all’URP.
Pertato SABATO 4 NOVEMBRE DALLE ORE 10.30 ALLE 13.00 si terrà un presidio di protesta e insieme una conferenza stampa davanti all’ingresso dell’ospedale unico di Massa Carrara (NOA): saremo lì per dire che gli unici tagli nella sanità vanno fatti alle liste di attesa e non ai servizi e al personale, saremo lì per dire no alla costruzione di un costosissimo piccolo distretto (spesa prevista 20 milioni di euro circa) sui binari della stazione di Massa, i milioni di euro vanno spesi per adeguare e riattivare il nostro bellissimo ex ospedale, per recuperarne l’intera area circostante al fine di renderla fruibile ai cittadini e salvarla dal degrado e dall’abbandono:
Con i 20 milioni di euro vanno adeguati, migliorati e potenziati i presidi distrettuali di Via Bassa Tambura e Villette e va adeguato e riattivato l’ex ospedale cittadino per tutti i servizi sanitari necessari e soprattutto per avere almeno 100 nuovi posti letto per le cure intermedie.
NON MANCHEREMO SABATO 4 DI RIPORTARE ALL’ATTENZIONE DELLA AZIENDA ASL LA PALESE VIOLAZIONE DEI DIRITTI DEI MALATI COSTRETTI A PAGARE IL PARCHEGGIO ALL’OSPEDALE PER FARE VISITE O ESAMI.
Il 4 consegneremo al direttore sanitario Biselli copia di due esposti alla Procura: uno sulla violazione dei diritti dei malati costretti a pagare parcheggio per ricevere cure o fare esami, l’altro riguarda l’esame che il nostro attivista doveva fare entro 10 giorni e che invece è stato fatto due mesi dopo e soltanto dopo innumerevoli segnalazioni e reclami.