Giovedì il dollaro USA è stata la valuta del G7 con la performance peggiore. Il biglietto verde è in calo rispetto alla maggior parte delle sue controparti nel contesto di un rally di ripresa seguito alla riapertura del governo statunitense che finora ha catapultato l’indice USD al nuovo minimo di due settimane di 99,15.
Giovedì scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato una legislazione che ripristina i finanziamenti al governo degli Stati Uniti, ponendo fine al più grande blocco della storia.
Gli investitori sono ora in attesa di ricevere dagli Stati Uniti i dati macroeconomici arretrati, previsti durante il blackout di 43 giorni. Tuttavia, il calendario dei rilasci rimane poco chiaro e la Casa Bianca ha avvertito che i rilasci chiave, come i rapporti sull’occupazione e sull’inflazione di ottobre, potrebbero non essere rilasciati.
Tuttavia, il mercato sta rivalutando le speranze di un allentamento della Fed a dicembre, nonostante i continui disaccordi tra i membri del comitato delle banche centrali. Il governatore Stephen Miran ha ribadito la necessità di ridurre i costi di finanziamento per sostenere un mercato del lavoro in indebolimento, mentre il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ha avvertito di gravi problemi se le aspettative di inflazione dovessero aumentare nel medio e lungo termine.
Il punto di vista di Bostic sembra aver prevalso mentre i mercati dei futures ridimensionano le scommesse su un taglio del tasso della Fed a dicembre. Lo strumento Fed Watch del CME Group mostra che la probabilità di un taglio del tasso di un quarto di punto il prossimo mese è scesa al 54% dal 64% della scorsa settimana ed era superiore al 90% un mese fa.















