Non è raro che il mercato dei cambi, altamente efficiente, sia più lungimirante rispetto ad altre classi di attività. In questo caso, il dollaro statunitense (USDD) sembra ancorare la narrativa secondo cui la riapertura degli Stati Uniti porterà a dati più deboli e a una rivalutazione accomodante della Fed, osserva Francesco Pesole, analista FX presso ING.
Il dollaro USA rientra in una visione pessimistica
“Questa è stata la nostra opinione per un po’ di tempo, ma dobbiamo ammettere che l’asticella per un taglio dei tassi a dicembre è salita più in alto di quanto abbiamo sentito dai funzionari della Fed. Ieri, Neel Kashkari ha evidenziato prove di “attività economica più resiliente, più di quanto mi aspettassi” e ha mantenuto aperte le sue opzioni per dicembre. Hammack e Musalem (che sono generalmente falchi) hanno suggerito che siamo vicini alla neutralità e che la possibilità di ulteriori tagli dei tassi è limitata.”
“Uno sviluppo chiave di ieri è stato l’annuncio di Kevin Hasset (direttore del Consiglio economico nazionale e candidato alla presidenza della Fed) secondo cui i dati sull’occupazione di settembre sarebbero dovuti essere pubblicati – forse la prossima settimana – ma senza il tasso di disoccupazione. A nostro avviso, ciò suggerisce che l’amministrazione non vuole che la Fed utilizzi i dati mancanti come scusa per non tagliare i tassi a dicembre.”
“Sebbene il movimento del dollaro corrisponda alla nostra visione pessimistica, sembra in qualche modo prematuro e rischia una rapida inversione di rotta nel caso in cui i primi dati statunitensi si rivelassero non così negativi come apparentemente scontato.”















