Il diabete di tipo 5, noto anche come diabete correlato alla malnutrizione, è recentemente venuto alla ribalta dopo che la Federazione Internazionale del Diabete (IDF) lo ha ufficialmente riconosciuto come una forma distinta di diabete.
Questa mossa ha, per decenni, scatenato polemiche internazionali poiché organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non hanno seguito l’esempio.
Il dibattito è incentrato sull’incertezza scientifica, sulle sfide per i diabetici e sui punti di vista divergenti sul ruolo della malnutrizione nello sviluppo del diabete.
Newsweek L’IDF e l’OMS sono stati contattati via e-mail per un commento.
Perché è importante?
Il dibattito sul diabete di tipo 5 è importante perché evidenzia le disparità nella politica sanitaria globale e rivela lacune nella diagnosi e nel trattamento del diabete, in particolare nelle regioni che soffrono di malnutrizione cronica.
Il riconoscimento o il rifiuto del diabete di tipo 5 influisce sui finanziamenti alla ricerca, sulle linee guida cliniche e sulla vita di circa 20-25 milioni di persone in tutto il mondo. L’IDFche ha riconosciuto ufficialmente la condizione al Congresso mondiale sul diabete di aprile
Cosa sapere
Il diabete di tipo 5 è un tipo di diabete grave da carenza di insulina che si ritiene si sviluppi dopo la malnutrizione cronica, spesso a partire dall’infanzia. È stato descritto per la prima volta in Giamaica negli anni ’50, chiamato “diabete di tipo J” e successivamente classificato come diabete mellito correlato alla malnutrizione (MRDM), secondo la sintesi degli studi accademici sulla condizione di Science Alert.
I pazienti con deficit di insulina ma normale sensibilità all’insulina spesso si presentano come giovani, magri e con grasso pancreatico, un modello che differisce sia dal diabete di tipo 1 (autoimmune) che da quello di tipo 2 (insulino-resistente), secondo uno studio condotto il 2 ottobre 2019. La Lancetta Chiamato “Classificare una forma distinta di diabete in individui magri con una storia di malnutrizione: una dichiarazione di consenso internazionale”.
L’OMS inizialmente riconobbe la MRDM come categoria formale di malattia nel 1985, ma la rimosse dalla sua classificazione nel 1999 quando concluse che non c’erano prove sufficienti per collegare direttamente la malnutrizione al diabete.
Secondo un editoriale sulla rivista medica Biochimica et Biophysica Acta (BBA), tre critiche irrisolte mettono in dubbio: “se la malnutrizione sia una causa o una conseguenza del diabete, l’inaffidabilità del BMI come indicatore di malnutrizione e l’eterogeneità del T5D e diagnosi errate con altri tipi di diabete”.
Ma nell’aprile di quest’anno, l’IDF ha formato un gruppo di lavoro dedicato per sviluppare criteri diagnostici e linee guida per il trattamento del diabete di tipo 5.
I criteri diagnostici per il diabete di tipo 5 sono in fase di sviluppo, ma i sintomi caratteristici includono la pubertà o l’esordio giovanile, una storia di significativa deprivazione nutrizionale, carenza di insulina incontrastata, assenza di chetoacidosi (a differenza del tipo 1) e basso indice di massa corporea.
cosa dice la gente
Dott.ssa Meredith Hawkins, presidente del gruppo di lavoro sul diabete di tipo 5 dell’IDFHa fortemente sostenuto il riconoscimento e l’azione globale, affermando: “Il diabete correlato alla malnutrizione è più comune della tubercolosi e comune quasi quanto l’HIV/AIDS, ma la mancanza di un nome ufficiale ha ostacolato gli sforzi per diagnosticare i pazienti o trovare terapie efficaci. Spero che questo riconoscimento formale aiuterà a realizzare progressi duraturi contro questa malattia che è cronicamente efficace. Debilita le persone ed è spesso fatale”.
Cosa succede dopo
Il gruppo di lavoro dell’IDF sta attualmente sviluppando definizioni di casi su misura, protocolli diagnostici e raccomandazioni terapeutiche per il diabete di tipo 5. I sostenitori sperano che colmerà le lacune nelle conoscenze, ridurrà le diagnosi errate e contemporaneamente stimolerà i finanziamenti internazionali per affrontare sia la malnutrizione che il diabete.
Resta incerto se l’OMS e le altre principali autorità sanitarie riconosceranno il diabete di tipo 5 nelle future classificazioni delle malattie. Il dibattito potrebbe spostarsi verso una risoluzione man mano che emergono prove epidemiologiche e cliniche, oppure potrebbe approfondirsi se l’ambiguità diagnostica persiste.















