Autore: Il generale Varius Malamalgama
Turbinia, dal gran sorriso e dalle mani gelide, venne messa alla pulizia delle scale. Tutti erano d’accordo: i quattro avvocati (tre divorzisti e un penalista); i cinque carpentieri (tutti e cinque nella nautica, ma tre da diporto e due in quella mercantile); i sette muratori (due lavoravano all’autostrada, tre in una villetta, altri due facevano i piastrellisti su un grattacielo); e i nove spazzacamini (spazzavano tutti i camini della città, tranne uno; uno di loro spazzava un solo camino: quello del sindaco). I quattro avvocati stavano nei due piani più alti; sotto c’erano i cinque carpentieri; poi i sette muratori,…
“Io pendo dalle sue labbra, è vero, ma se lei non vuole ascoltarmi e non vuole darmi un reale parere, io come faccio?! Per favore! Devo categoricamente risolvere il problema della donna delle pulizie!” Dice l’uomo giovane sulla panchina all’uomo vecchio. La panchina è nella piazza. In fondo alla piazza, dall’altra parte, l’enorme torre con l’orologio. L’orologio è a ottanta metri d’altezza. “’Categoricamente’ è ingombrante come termine. Poi, boh! Guardi che sua moglie mi ha chiamato disperata! Lo capisce questo?! Proverò anche a seguirla, ma mi deve far capire com’è che questa donna delle pulizie ha a che fare con…
Faticò ad accettarlo. Le forme le saltavano fuori scomposte sul foglio, si addensavano sulla carta ruvida delle tavole per i progetti. Erano forme astratte che, una volta sistemate nel disegno, sussurravano depresse: “e lasciaci aleggiare nella tua testa senza dipingerci per favore… Pietà.” Non aveva estro. Provò i ritratti, del resto era la materia principale. Il figurativo non arrivava neanche alla fine della prima bozza. L’occhio del volto le scappava da una parte, l’altro troppo in alto si arroccava in un punto del foglio che… Troppo tardi, quel viso era già uno scempio! I ritratti, a differenza delle forme astratte,…
E ti ci sei sradicato da dentro quella taverna! Eccoti! Grasso peggio di un ulivo secolare! Un tronco storto sei! E non sei saldo su quei piedi, no! Guardati! Ubriaco fradicio! Ti fermi ora?! Ah, guardi le stelle! Ecco che alzi le braccia… Mi guardi?! Dai, parla! Disperdi un po’ di fiato da quella bocca, così mi impesti di alcol le foglie! “Oh giovane albero!” Sono un faggio! E lo sai anche! “Ma… Ma lo sai che sei proprio…” E ti sei bloccato… Corri a casa, va! A me il febbraio ventoso mi fa solo il solletico sulla corteccia… La…
Mancano cinque minuti alla chiusura delle casse e Mangilda compare. Mangilda non si affaccia dallo scaffale, Mangilda lo affronta voltandolo con grande esuberanza. L’esuberanza è tutta nei suoi vestiti: il rossetto marcato delinea perfettamente le sue labbra signorili; l’ombretto turchese gioca dolcemente sulle sue palpebre ad azzurrarle il viso; l’orecchino, un bulbo smeraldo piazzato sul lobo risplende; l’enorme pelliccia a striature tigranti aggredisce gli occhi portando un che di sorriso. Mangilda volta l’inerme scaffale supermercatico dei biscotti e compare di fronte al commesso di spalle. Ventuno, ventidue, ventitré, ventiquattro. Il ragazzo sulla trentina sistema le zucchine viola lungo la cesta.…
“Pierpa’, ‘ioccai, non me ne frega un cazzo di niente. Io fra sette minuti sono senza ossigeno.” BIP… Silenzio… BIP… Silenzio… BIP… “Sì, ma te si un mona! Non te ghe da rompere sempre con Raffaele, Raffaele, voglio Raffaele, ti mando Dario, no voglio Raffaele!-” BIP… Silenzio. “Doveva esserci lui qui e comun… Merda!” BIP. “Non ci ho ossigeno, quasi zero ormai… Merdaaa!” BIP… Silenzio… BIP. “Oh! Non sta’ a insustarme! Dario ze driu prepararse! Ora ze fora!” BIP. “Non si può cambiare la punta da soli. Miss Roma tirerà di quei bestemmioni a mettere la nuova…” BIP. Silenzio. Screpolata,…
“Tu sei un imbecille. E questi, comunque, li si porta in tribunale!” Guarda gli alberi. Guarda il viola dei rami, il blu delle foglie, fissati su ‘sta roba! “Sì, va bene. Tieni gli occhi sulla strada, vai più veloce! Io, fra meno di dieci minuti, mi devo medicare, concentrati su questo.” Una curva fatta male e siamo morti. Con una macchinina vecchia di cinquant’anni a fare i novanta, su per i tornanti, con il limite a sessanta, pare uno scioglilingua… Senti che manate dà al cambio ‘sta qua. Dai, dai, dai che sento le dita bruciarmi… “Mio figlio è un…
Ridotto in una grotta, strabordante di radio, armadietti, suppellettili, munizioni, alla fine di una lunghissima gola, il generale fumava. La sigaretta, striminzita, si reggeva nelle labbra fini (i sigari li aveva seccati tutti in tre giorni). “Ah, se solo mi avessero ascoltato, branco di dementi! Facile diventare capo di stato maggiore così! Se la sono filata tutti, Varius! E chiamali scemi! Ma adesso… Mi ascolteranno! Voglio vedere se non fanno quello che dico, ora che sono generale…” Si voltò verso i generali di brigata. “La situazione era chiara già da subito, signori, ma ora che ho fatto le dovute valutazioni,…