L’euro (EUR) è in rialzo dello 0,3% rispetto al dollaro statunitense (USD) ed è tra i paesi del G10 a medio rendimento. È salito a nuovi massimi locali raggiunti l’ultima volta alla fine di ottobre. Le prospettive per la politica relativa della banca centrale sono dominanti e i mercati sono focalizzati specificamente sulla prospettiva di una presidenza accomodante della Fed, che implica debolezza del dollaro piuttosto che forza dell’euro, riferiscono Shaun Osborne ed Eric Theoret, capi strateghi dei cambi presso Scotiabank.
Lo spread tra Bund e BTP si riduce a 70 punti base, il minimo da 15 anni
“L’indice finale dei direttori degli acquisti per il settore dei servizi dell’Eurozona è stato leggermente più forte del previsto a 53,6 e anche la pubblicazione tedesca ha causato una leggera sorpresa con un aumento a 53,1. L’indice francese rimane leggermente sopra 50 (neutrale) a 51,4.”
“I recenti commenti dei policymaker sono stati più neutrali/armoniosi, concentrandosi sulle preoccupazioni circa i rischi al rialzo per l’inflazione sottostante. Infine, la situazione politica nell’area euro continua a mostrare segnali di miglioramento con un significativo indebolimento della frammentazione del mercato obbligazionario. Lo spread tra Bund e BTP (Italia-Germania) si è ridotto a 70 punti base, il livello più basso dal 2010.”
“Il recente rally dell’EUR lo ha visto salire verso la parte superiore di 1,16, a livelli visti l’ultima volta a fine ottobre. Un’estensione punterebbe ai massimi di metà ottobre intorno a 1,17. Il momentum sta confermando i recenti guadagni sul terreno e l’RSI è salito sopra 60, raggiungendo livelli visti l’ultima volta a metà settembre. Ci aspettiamo un range a breve termine tra 1,1620 e 1,1720.”















