Social media e finanza: una combinazione rischiosa
I social network non sono solo uno strumento di intrattenimento, ma stanno influenzando in modo diretto anche le decisioni finanziarie di milioni di persone. Secondo numerose ricerche accademiche, chi utilizza i social per informarsi sugli investimenti tende a diventare più sicuro di sé, a sottovalutare i rischi e a sovraccaricare i propri portafogli.
Il risultato? Overtrading, esposizione eccessiva ai titoli rischiosi e persino prelievi prematuri dai fondi pensione, con conseguenze pesanti sul benessere finanziario futuro.
Conoscenza soggettiva contro conoscenza reale
Uno studio dell’Università del Texas, pubblicato sul Journal of Consumer Psychology, ha introdotto un concetto chiave: la “conoscenza soggettiva”. Molti utenti, infatti, credono di conoscere un argomento solo perché hanno condiviso un articolo online, anche senza averlo realmente letto.
Questa illusione di sapere porta gli investitori a sopravvalutare le proprie competenze, aumentando la propensione a puntare su azioni ad alta volatilità o su micro-cap e penny stock.
Un altro studio, denominato “Confidence without competence”, ha dimostrato come il cosiddetto Google effect accentui questo problema: chi cerca risposte online tende a dimenticare di averle lette e attribuisce la conoscenza a sé stesso, maturando un’autostima finanziaria ingiustificata.
Overtrading e scelte dannose
La stessa dinamica emerge in uno studio pubblicato sul Journal of Financial Planning, che evidenzia come gli utenti dei social siano più inclini a effettuare oltre 10 operazioni di trading al mese: praticamente un’operazione ogni due giorni. Un ritmo insostenibile che, nella maggior parte dei casi, porta a rendimenti inferiori rispetto al mercato.
Gli studiosi hanno inoltre rilevato una tendenza pericolosa: molti investitori, convinti di “sapere abbastanza”, prelevano in anticipo i risparmi accumulati nei propri fondi pensione, senza considerare penali e riduzioni del capitale futuro. Un errore che compromette seriamente la sicurezza finanziaria a lungo termine.
Chiusura mentale e trappole cognitive
Un’ulteriore ricerca, pubblicata sul Journal of Business Research, ha sottolineato un altro rischio: chi si sopravvaluta tende a essere più chiuso mentalmente e meno disposto a valutare punti di vista alternativi. Questo atteggiamento, se già dannoso nella vita quotidiana, diventa particolarmente pericoloso quando si tratta di investimenti, dove la capacità di adattarsi e di analizzare scenari diversi è cruciale.
La lezione di Howard Marks: umiltà e disciplina
Come ridurre questo eccesso di fiducia? Gli esperti individuano due strade:
- Accrescere la conoscenza reale, cioè quella basata su studio e comprensione autentica.
- Ridimensionare la percezione di sé, evitando di credere di sapere più di quanto si sappia davvero.
Su questo tema insiste da anni Howard Marks, co-fondatore di Oaktree Capital Management, famoso per i suoi scritti sull’umiltà negli investimenti. Nel suo saggio del 2022, The Illusion of Knowledge, sottolinea come la consapevolezza dei propri limiti sia una risorsa preziosa per ogni investitore.
Anche il libro The Knowledge Illusion, di Steven Sloman e Philip Fernbach, rafforza questo concetto: la vera intelligenza non sta nel credere di sapere tutto, ma nel riconoscere i propri punti ciechi e affidarsi a fonti competenti.
Conclusione
I social media possono essere una risorsa informativa, ma nascondono una trappola pericolosa: l’illusione di conoscenza. Per evitare di cadere in questa spirale, gli investitori devono imparare a filtrare le informazioni, coltivare umiltà e costruire basi solide di competenza reale. Solo così sarà possibile investire con saggezza, senza farsi ingannare dall’eco digitale che promette facili guadagni.