Si prevede che la BoJ rimanga cauta e lasci i tassi di interesse invariati a ottobre, dando priorità alla stabilità in un contesto di inflazione persistente e crescita disomogenea. L’aumento di dicembre rimane il nostro scenario di base, dipendente dal mantenimento dell’IPC core vicino al 3% e dal continuo slancio salariale derivante dai bonus invernali. Il cambiamento politico sotto il Primo Ministro Takaichi e FM Katayama rafforza le prospettive di normalizzazione a medio termine ma non cambia l’approccio a breve termine della BOJ basato sui dati, riferiscono Chong Hoon Park e Nicholas Chia, economisti di Standard Chartered.
Sii paziente e gestisci i dati
“Ci aspettiamo che la Banca del Giappone (BoJ) rimanga in attesa fino al 30 ottobre nel tentativo di bilanciare l’inizio della normalizzazione della politica monetaria con la gestione del complesso contesto politico e commerciale internazionale. L’orientamento fiscale espansivo del nuovo governo contrasta con la posizione del ministro delle Finanze Satsuki Katayama sul sostegno alla stabilità dello yen e alla disciplina fiscale, così come con la linea restrittiva della BoJ; ciò sottolinea la necessità di uno stretto coordinamento degli opposti.” Tuttavia, a nostro avviso, ciò non cambia in modo significativo la direzione politica a breve termine della BOJ. Ci aspettiamo che la BoJ continui a concentrarsi sui tempi e sulla portata della normalizzazione dei tassi di interesse piuttosto che rispondere direttamente ai cambiamenti politici”.
“I recenti commenti del membro del consiglio della BoJ Hajime Takata aggiungono una voce più aggressiva al dibattito politico e sottolineano l’urgenza di ulteriori rialzi dei tassi per ancorare le aspettative di inflazione. Takata ha invitato la banca centrale a cogliere la “prima opportunità” per aumentare i tassi e ha sostenuto l’aumento del tasso di interesse a breve termine dall’attuale 0,5%-0,75%, sottolineando che l’inflazione è stata al di sopra dell’obiettivo del 2% per oltre tre anni Dinamica dell’inflazione, con CPI core in aumento del 2,7% su base annua a settembre. L’inflazione persistente, così come l’aumento della crescita salariale e i robusti profitti aziendali, suggeriscono che una politica monetaria meno accomodante potrebbe essere appropriata per evitare che le aspettative di inflazione si solidifichino”.