Il dollaro statunitense (USD) ha registrato un trend rialzista durato più giorni ed è stato sottoposto a rinnovate pressioni al ribasso dopo aver toccato nuovi massimi settimanali, mentre le preoccupazioni sul fronte commerciale USA-Cina si sono leggermente allentate in un contesto di continua mancanza di notizie su un accordo per porre fine allo shutdown del governo federale statunitense.
Questo è quello che potrete vedere giovedì 23 ottobre:
L’indice del dollaro statunitense (DXY) ha lasciato tre trend rialzisti giornalieri consecutivi e ha rotto il supporto di 99,00 a causa della scarsa performance dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi lungo la curva. Si prevede che le vendite di case esistenti seguiranno l’indice di attività nazionale della Fed di Chicago.
L’EUR/USD ha riacquistato slancio e ha riconquistato l’area oltre 1,1600, cancellando parte della recente debolezza. La Commissione Europea pubblicherà la sua misura ampliata della fiducia dei consumatori prima del discorso del capo della BCE Lane.
La coppia GBP/USD è scesa per il quarto giorno consecutivo e ha sfiorato il supporto a 1,3300 prima di mettere a segno una discreta rimonta. Vengono pubblicati il CBI Business Optimism Index e il CBI Industrial Trends Orders, supportati dal discorso della BoE alla Hall.
L’USD/JPY ha chiuso la giornata con leggere perdite intorno al livello di 151,80, invertendo tre progressi giornalieri consecutivi. Sono in arrivo i dati settimanali sugli investimenti obbligazionari esteri.
Martedì il tasso AUD/USD ha continuato il calo, scendendo leggermente e raggiungendo nuovamente la zona 0,6480. I PMI flash di S&P Global Manufacturing e Services saranno pubblicati insieme al discorso di Bullock della RBA il 24 ottobre.
Il WTI ha registrato un forte rialzo toccando il massimo di quattro giorni vicino a 59,00 dollari al barile mentre i trader valutavano il nuovo periodo di ottimismo sul fronte commerciale USA-Cina.
L’oro ha flirtato brevemente con i minimi di due settimane e si è avvicinato alla soglia chiave di 4.000 dollari l’oncia in un contesto di raffreddamento delle tensioni sul fronte commerciale e di un sentimento rialzista nel dollaro USA. Un’ulteriore debolezza ha visto i prezzi dell’argento scendere sotto i 48,00 dollari l’oncia, anche se in seguito hanno riguadagnato un po’ di calma.