Giovedì il franco svizzero (CHF) si sta indebolendo rispetto al dollaro statunitense (USD), con il cambio USD/CHF che ha esteso la sua avanzata fino al massimo di due settimane intorno a 0,8026, mentre il biglietto verde guadagna ampiamente in seguito all’ultima decisione sul tasso di interesse della Federal Reserve (Fed) e al rinnovato ottimismo su una tregua USA-Cina.
L’indice del dollaro statunitense (DXY), che misura la performance del biglietto verde rispetto a un paniere di sei principali valute, è salito al massimo di tre mesi vicino a 98,53 al momento della stesura di questo articolo, riflettendo un rinnovato interesse all’acquisto dopo che la Fed ha segnalato un approccio più cauto verso ulteriori tagli dei tassi.
Mercoledì, la Fed ha effettuato un secondo taglio diretto di 25 punti base (bps), tagliando il tasso di interesse di riferimento in un range compreso tra il 3,75% e il 4,00%, in linea con le aspettative del mercato. Tuttavia, la decisione non è stata unanime: il governatore Stephen Miran ha votato per un taglio più ampio di 50 punti base e il presidente della Fed di Kansas City Jeffrey Schmid ha preferito lasciare invariati i tassi di interesse.
Durante la conferenza stampa post-riunione, il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che “un ulteriore taglio dei tassi alla riunione di dicembre non è scontato, anzi”. I trader che in precedenza erano quasi certi che ci sarebbe stato un altro taglio a dicembre, ora hanno ridimensionato le loro aspettative di indebolimento.
Nel tentativo di rafforzare il dollaro, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping hanno concordato giovedì una tregua commerciale di un anno che include il taglio delle tariffe statunitensi sulle merci cinesi e l’impegno della Cina a riprendere gli acquisti di semi di soia statunitensi. Trump ha anche affermato che la Cina ha accettato di “continuare apertamente e liberamente il flusso di terre rare, minerali critici, magneti, ecc.”
Sul fronte svizzero, i commenti di Petra Tschudin, membro del consiglio della Banca nazionale svizzera (BNS), hanno offerto scarso sostegno al franco. Tschudin ha ribadito che la politica monetaria della BNS resta espansiva e che l’inflazione dovrebbe restare nell’ambito della stabilità dei prezzi.
Lui ha sottolineato che non è importante lo stato del franco in sé, ma solo il suo impatto sull’inflazione, aggiungendo che la BNS è pronta a intervenire sul mercato dei cambi e a reintrodurre i tassi di interesse negativi se necessario, sottolineando che “sappiamo che funzionano”.















