La ripresa dell’indice del dollaro (DXY) al livello di 100 a fine luglio riflette una confluenza di fattori di supporto a breve termine: il rifiuto da parte del presidente della Fed Jerome Powell di un taglio dei tassi a dicembre in un contesto di condizioni finanziarie tese e di domanda di rifugio sicuro mentre lo shutdown del governo degli Stati Uniti entra nel suo secondo mese, osserva Philip Wee, senior strategist FX presso DBS.

DXY 100 segna una svolta

“L’attuale forza del dollaro assomiglia più ad una contrazione che ad un nuovo trend rialzista. Una volta terminato il blocco e ripresa la pubblicazione dei dati statunitensi, l’attenzione probabilmente tornerà al rallentamento del mercato del lavoro guidato dai licenziamenti aziendali di alto profilo, molti dei quali sono attribuibili alle aziende che si stanno spostando verso soluzioni di intelligenza artificiale”.

“Il segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha iniziato ad avvertire dei crescenti rischi di recessione per contrastare la cautela della Fed sui tassi di interesse più bassi. Varrà la pena vedere come l’amministrazione Trump vede l’attuale forza del dollaro, dato il suo obiettivo dichiarato di raggiungere un dollaro più competitivo per sostenere la sua agenda MAGA.”

“Trump interpreterebbe le vittorie repubblicane come una conferma del suo stile ambizioso. Il rischio è anche accresciuto dalla decisione della Corte Suprema secondo cui Trump utilizzerà l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) per giustificare tariffe radicali, probabilmente prima della fine del 2025, dopo le argomentazioni orali di oggi.”

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