Mercoledì 3 dicembre 2025 – 21:50 WIB
Washington, VIVA – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato martedì 2 dicembre 2025 di aver sospeso tutte le domande di immigrazione, comprese le carte verdi e le procedure di cittadinanza statunitense, presentate da immigrati provenienti da 19 paesi extraeuropei, citando preoccupazioni sulla sicurezza nazionale e pubblica.
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La sospensione si applica alle persone provenienti da 19 paesi soggetti a un divieto parziale di viaggio a giugno, limitando ulteriormente l’immigrazione, una caratteristica chiave della piattaforma politica del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
L’elenco dei paesi comprende Afghanistan e Somalia.
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La dichiarazione ufficiale che delinea la nuova politica si riferisce all’attacco della scorsa settimana contro membri della Guardia nazionale americana a Washington, per il quale un uomo afghano è stato arrestato come sospettato. Nello scontro un membro della Guardia Nazionale è stato ucciso e un altro è rimasto gravemente ferito.
Negli ultimi giorni Trump ha anche intensificato la sua retorica nei confronti dei somali, definendoli “spazzatura” e dicendo “non li vogliamo nel nostro Paese”.
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Da quando è tornato in carica a gennaio, Trump ha dato priorità aggressiva all’applicazione della legge sull’immigrazione, inviando agenti federali nelle principali città degli Stati Uniti e respingendo i richiedenti asilo al confine tra Stati Uniti e Messico. La sua amministrazione ha spesso sottolineato la repressione delle deportazioni ma, fino a poco tempo fa, ha posto poca enfasi sugli sforzi per rivedere l’immigrazione legale.
Una serie di restrizioni promesse dopo l’attacco ai membri della Guardia Nazionale mostrano una maggiore attenzione all’immigrazione legale nel tentativo di proteggere la sicurezza nazionale e incriminare le politiche dell’ex presidente Joe Biden.
I paesi presi di mira nel memorandum di mercoledì includono Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen, che a giugno sono stati soggetti alle più severe restrizioni sull’immigrazione, inclusa la sospensione completa dell’ingresso, con alcune eccezioni.
Altri paesi nell’elenco dei 19 paesi interessati da restrizioni parziali a giugno erano Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.
La nuova politica sospende le domande pendenti e richiede a tutti gli immigrati elencati nel paese “di sottoporsi a un processo di revisione globale, compresi potenziali colloqui e, se necessario, nuovi colloqui per valutare in modo completo le minacce alla sicurezza nazionale e all’incolumità pubblica”.
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Il memorandum cita diversi crimini recenti presumibilmente commessi da immigrati, comprese le aggressioni da parte di membri della Guardia Nazionale.















