Trump ordina la stretta federale su Washington

WASHINGTON, D.C. – Il presidente Donald Trump ha annunciato l’assunzione diretta del controllo della polizia di Washington, D.C., e la mobilitazione della Guardia Nazionale, giustificando la decisione con la necessità di “ripulire” una capitale che ha descritto come invasa da bande violente, criminali e senzatetto.

Secondo Trump, “la città è stata sopraffatta da gang, criminali assetati di sangue, giovani incontrollabili e tossicodipendenti”. Tuttavia, i dati ufficiali raccontano una realtà diversa: negli ultimi due anni omicidi, crimini con armi da fuoco e rapine d’auto sono in calo, con la sindaca Muriel Bowser che afferma come la criminalità violenta sia ai minimi da 30 anni.

Un’emergenza contestata

Per la Casa Bianca si tratta di una misura necessaria per ristabilire l’ordine. Per i critici, invece, è l’ennesima “emergenza” proclamata da Trump per ampliare i propri poteri. Nel 2025, il presidente ha già dichiarato stati d’emergenza su economia, energia e immigrazione, spesso in assenza di veri dati di crisi, sbloccando così strumenti straordinari dell’esecutivo.

La mossa di Trump rientra in una tendenza più ampia: l’uso delle forze armate in funzioni di polizia, pratica che storicamente evoca scenari autoritari. In passato ha inviato militari al confine con il Messico e a Los Angeles dopo proteste legate a retate sull’immigrazione.

Reazioni e timori politici

Membri democratici del Congresso dell’area di Washington hanno parlato di “lancio morbido dell’autoritarismo”. La sindaca Bowser ha definito l’intervento “inquietante e senza precedenti”, pur riconoscendo che, se temporaneo, non violerebbe formalmente l’ordinamento dell’autogoverno locale.

Tra le preoccupazioni maggiori: la possibilità che questa operazione diventi un precedente per future ingerenze federali nelle città governate da amministrazioni non allineate alla Casa Bianca.

Tra propaganda e realtà

Per i sostenitori di Trump, l’azione dimostra forza e determinazione; per gli oppositori, è una mossa di propaganda destinata a rafforzare la base elettorale MAGA e a distogliere l’attenzione da altri scandali politici. Alcuni analisti la paragonano a un “test” simile a quello di Los Angeles, dove truppe federali furono ritirate dopo poche settimane, lasciando soprattutto l’impatto mediatico.

I sondaggi indicano che molti americani restano scettici sull’uso di militari in territorio nazionale, soprattutto per gestire l’ordine pubblico. Tuttavia, in alcune aree ad alta criminalità di Washington, parte della popolazione potrebbe percepire la presenza della Guardia Nazionale come una misura di sicurezza.

Il rischio di un precedente pericoloso

Per osservatori come la sindaca di Los Angeles Karen Bass, l’operazione su Washington potrebbe essere un banco di prova per future azioni di forza: “Il presidente potrebbe dire ‘possiamo prendere il controllo della vostra città quando vogliamo’. È un abuso dei nostri militari e un eccesso di poteri presidenziali.”

La partita, dunque, non si gioca solo sulla sicurezza della capitale, ma sul delicato equilibrio tra sicurezza pubblica e limiti costituzionali del potere esecutivo.