Il dollaro statunitense (USD) ha prolungato il forte rally successivo alla riunione della Fed di mercoledì, salendo a nuovi massimi di due mesi mentre gli operatori di mercato continuavano a valutare il taglio dei tassi di interesse della Fed, l’approccio cauto del capo Powell e la mancanza di progressi su un accordo per porre fine allo shutdown del governo federale.

Questo è quello che potrete vedere venerdì 31 ottobre:

L’indice del dollaro statunitense (DXY) è salito a un massimo plurisettimanale superiore a 99,70, sostenuto da uno slancio al rialzo altrettanto significativo dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi lungo tutta la curva. La pubblicazione del PMI di Chicago chiude il calendario, seguita dai discorsi dei presidenti della Fed Hammack e Bostic.

La coppia EUR/USD è scesa ai minimi di due settimane sotto 1,1550 in risposta al rafforzamento del dollaro USA, mentre i mercati hanno prestato poca attenzione alla decisione sul tasso di interesse della BCE. Il tasso di inflazione preliminare nel blocco euro sarà l’evento di spicco, sostenuto dalle vendite al dettaglio in Germania.

La coppia GBP/USD è crollata ai livelli visti l’ultima volta vicino a 1,3120 all’inizio di aprile in risposta al forte rialzo del dollaro USA e alle aspettative di un taglio dei tassi da parte della BoE. I prezzi immobiliari a livello nazionale saranno presto disponibili dall’altra parte del Canale della Manica.

Il cambio USD/JPY ha superato quota 154,00 per la prima volta da febbraio, dopo che non è arrivato alcun messaggio chiaro sui tassi d’interesse in seguito alla mano ferma della BoJ durante la riunione. L’IPC di Tokyo sarà al centro dell’attenzione, prima del tasso di disoccupazione, dei dati avanzati sulla produzione industriale e delle vendite al dettaglio.

L’AUD/USD ha contribuito al pullback di mercoledì, toccando minimi settimanali intorno a 0,6530 nonostante le notizie positive sul fronte degli scambi. I prezzi alla produzione australiani sono presentati insieme ai dati sul credito immobiliare e sui prestiti del settore privato.

Mercoledì i prezzi del WTI americano hanno registrato un leggero aumento, avvicinandosi a 61,00 dollari al barile mentre i trader valutavano l’accordo commerciale USA-Cina.

Dopo quattro ribassi giornalieri consecutivi, l’oro ha riacquistato un certo slancio, anche se un rialzo convincente al di sopra dell’importante soglia dei 4.000 dollari per oncia troy è rimasto irraggiungibile. I prezzi dell’argento hanno continuato a salire e hanno riconquistato l’area vicino a 49,00 dollari l’oncia.

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